“Incamiciati” a 40 metri i pozzi del Marzocco
LIVORNO – Un’operazione colossale, quasi sotto silenzio per mesi ma tra le più innovative anche a livello ingegneristico: è quella che si sta completando in questi giorni nella “strettoia” del canale industriale di Livorno, praticamente sotto la torre del Marzocco da una parte e sul Magnale dall’altra, allo scopo di eliminare una volta per tutte i tubi dell’Eni che attraversano allo scoperto la via d’acqua riducendone larghezza e pescaggio.
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L’opera, seguita dall’ufficio tecnico dell’Autorità livornese diretta dall’ingegner Enrico Pribaz, consiste in due grandi pozzi verticali di profondità fino a quasi 36 metri, entrambi “incamiciati” con cemento per impedire infiltrazioni d’acqua, che consentiranno di scavare sotto il canale un micro-tunnel per ospitare i tubi dell’Eni da trasferire. In questo modo, sottolinea una nota dell’Autorità portuale presieduta da Stefano Corsini, sarà possibile recuperare per la “strettoia” del Marzocco una larghezza di ulteriori 70 metri con una profondità di oltre 11,50 metri, adatta a navi fullcontainers da 7/8 mila teu. Al momento sono state completate le “camicie” impermeabilizzanti fino a 40 metri: a breve si comincerà a scavare il materiale intero per arrivare ai 6 metri di progetto. A Ferragosto dovrebbe essere pronto il primo pozzo, quello del Magnale, mentre il secondo sarà completato a ottobre. Poi occorreranno 2 mesi per scavare il microtunnel e a quel punto toccherà all’ENI spostare i tubi. La speranza è che tutta l’opera possa essere completata entro i primi mesi dell’anno nuovo per aprire la Darsena Toscana alle navi più grandi.
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