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OLT offshore per rifornire le navi a GNL

LIVORNO – Sono in arrivo nuove e innovative prospettive di utilizzo per il rigassificatore OLT ancorato a circa 22 km al largo della coste toscane. Da oggi il terminale può ampliare il proprio “ruolo”: non solo un impianto di rigassificazione, ma anche un punto strategico di rifornimento per le navi che utilizzeranno il GNL come combustibile. Le modifiche alla normativa vigente, avviate dagli organi di riferimento a livello europeo prevedono entro il 2020, infatti, una significativa riduzione delle emissioni inquinanti in mare, legate essenzialmente al trasporto marittimo e all’utilizzo di carburanti con alti livelli di zolfo.
[hidepost]Ed è proprio il gas naturale liquefatto il combustibile pulito su cui puntare, sia sul versante del trasporto marittimo che di quello terrestre, grazie al basso impatto ambientale e all’alta efficienza, caratteristiche riconosciute a livello europeo.

Operativo da fine dicembre 2013, il Terminale di proprietà di OLT Offshore LNG Toscana – società partecipata da Iren, E.ON e Golar LNG – è un impianto tecnologicamente sicuro e avanzato, conforme a tutti gli standard internazionali e alle linee guida del settore. Un iter autorizzativo che ha coinvolto oltre 40 enti ed un monitoraggio in continuo lungo i 20 anni di vita del Terminale rappresentano una ulteriore importante garanzia per questo progetto, così come tutto il percorso di collaudo certificato da uno dei principali e più autorevoli enti a livello internazionale come il RINA.
Quello dell’utilizzo del GNL come combustibile è un tema di grande attualità – come si evince dal senso di queste due giornate organizzate a Roma – che porta con sé una serie di sfide da affrontare. Innanzitutto, è fondamentale uno sviluppo del settore sia a livello infrastrutturale che normativo. Il fattore chiave è la realizzazione di un modello logistico efficace: dai terminali di rigassificazione onshore e offshore che ricevono il GNL da navi gasiere al trasferimento attraverso camion e container – nel primo caso – e piccole navi gasiere chiamate “bettoline” – nel secondo caso – fino ad arrivare all’utilizzo finale, ossia il trasporto marittimo e terrestre, gli usi civili e industriali, i depositi costieri. La sfida maggiore è certamente quella di governare l’intera filiera, attraverso normative ad hoc.
La società OLT ha già avviato nel corso di quest’anno uno studio preliminare di fattibilità, co-finanziato dall’Unione Europea con il progetto “Sea Terminal Project”, in collaborazione con la Fondazione Porto di Valencia e l’Autorità Portuale di Livorno e sotto la supervisione del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Dall’esito positivo di questo studio è emerso che il Terminale – a fronte di minimi interventi progettuali – sarebbe in grado di ricevere piccole navi metaniere con una capacità di carico tra 1.000 e 7.500 metri cubi di GNL e con dimensioni tra i 60 e i 110 metri, conformi agli standard OCIMF (Oil Companies International Marine Forum) e alle normative SIGTTO (Society of International Gas Tankers and Terminal Operators).
L’impianto di Livorno ha mostrato di avere tutte le carte in regola per giocare un ruolo importante nello sviluppo del settore in Italia. Non solo per la sua conformazione, che necessiterebbe solo di modifiche minori a livello ingegneristico e dell’avvio di un iter autorizzativo ad hoc, ma anche per la posizione strategica nell’area del Mediterraneo, ben collegato con tutti i principali scali commerciali. Inoltre, il Terminale OLT potrebbe rappresentare anche un hub per il GNL, in particolare per l’area del Nord Tirreno.
L’investimento economico è di gran lunga meno oneroso rispetto alla realizzazione del Terminale, mentre, per quanto concerne la tempistica, si stima circa un anno per rendere i servizi di bunkeraggio disponibili sul mercato. Un progetto, dunque, sostenibile in termini ambientali ed economici, che aprirebbe la strada ad importanti opportunità di sviluppo, a partire dal Porto di Livorno. Le istituzioni locali, infatti, si sono già attivate in questo senso, anche a livello europeo.
Esperienze a livello internazionale dimostrano in concreto la fattibilità di questa nuova prospettiva di business. I terminali di rigassificazione di Zeebrugge in Belgio e il Gate Terminal di Maasvlakte in Olanda ne sono un esempio. Nel primo caso – il terminal di Zeebrugge – parliamo di un impianto di rigassificazione in grado di rifornire GNL destinato al trasporto marittimo via nave e via camion.
Il terminale olandese diventerà – l’Autorità Portuale di Rotterdam sta già lavorando in tal senso – un importante bacino portuale per il settore, grazie anche all’introduzione di nuove norme che consentono il bunkeraggio del GNL come carburante per il rifornimento delle navi.
Anche il nostro Paese si sta muovendo, a partire da alcuni esempi e progetti pilota, come il primo bunkeraggio di GNL realizzato in Italia a maggio 2014 nel Porto di Civitavecchia. È, poi, in corso il dibattito sullo sviluppo di strutture di stoccaggio a terra nella Regione Sardegna.

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Pubblicato il
10 Giugno 2015

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