Tutte le ipotesi su scelte legate anche al retroporto – Il richiamo degli spedizionieri su Adriaterminal e le critiche all’offshore di Venezia
TRIESTE – «Ci sono aree sulle quali il Punto Franco è utile, altre per le quali il regime può essere ininfluente ed altre ancora per le quali si può prefigurare uno svantaggio». Con questa sintesi da parte del presidente del Propeller Club di Trieste, Fabrizio Zerbini, si è chiusa la conviviale alla quale hanno partecipato il senatore Francesco Russo, la Sandra Primiceri, esperta delle leggi del regime di Punto Franco, il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, quello di Muggia, Nerio Nesladek, il presidente degli industriali di Trieste e Gorizia, Sergio Razeto, Giacomo Borruso presidente Terminal Intermodale di Fernetti e Stefano Visintin, presidente degli spedizionieri del capoluogo regionale.
Particolarmente numerosa la presenza e l’attenta partecipazione di oltre cento tra soci del Propeller Club ed ospiti.
Tema dell’incontro proprio lo spostamento del Punto Franco dal Porto Vecchio di Trieste, a seguito dell’emendamento alla Legge di Stabilità presentato dal senatore Francesco Russo. Di quest’ultimo l’intervento in apertura, nel quale è stata riassunta la situazione dello scalo regionale del Friuli Venezia Giulia: «E’ stato rotto un tabù decennale, molti sembrano essersi accorti che a Trieste qualcosa si muove» ha detto Russo, aggiungendo che «Trieste deve essere il principale Porto internazionale del Paese.
Per leggere l'articolo effettua il Login o procedi alla Register gratuita.