Considerata un “gioiello” come operatività e gestione, la società gestita da Renzo Conti allarga i suoi collegamenti con la Tunisia anche alla Sirte – Le prospettive per il Maghreb
LIVORNO – Enrico Bonistalli, vicepresidente di Asamar, l’ha citato nella nostra recente intervista (sabato scorso): in un momento tanto difficile per il porto e per i suoi traffici, quel gioiello (ha detto proprio così: “un gioiello”) del terminal LTM in Darsena 1 meriterebbe di vedere più impegno delle stesse istituzioni per nuovi approcci con il Maghreb, visto che sulla Libia da Genova partono parecchie navi. Anche perchè il terminal ha lavorato e lavora sodo per diventare quello che è (Bonistalli non ha risparmiato aggettivi: alla livornese l’ha definito con noi “esagerato”) e non aspetta certo che altri gli levino le castagne dal fuoco. Bonistalli ci è tornato sopra: dinamismo e capacità imprenditoriale ci sono, occorre più aiuto dalle istituzioni.
[hidepost]Dimostrazione? “Stiamo per partire con un nuovo servizio su Misurata – dice Renzo Conti in merito – che inizierà come sperimentale ma che contiamo di stabilizzare in pochi mesi”. Misurata come noto è il principale porto importante della Libia governativa e sembra non creare i problemi con il fondamentalismo che si verificano invece in altri scali della Sirte e della costa orientale. Il terminal livornese ha allacciato rapporti importanti con lo scalo immediatamente a est di Tripoli che potrebbe diventare un centro importante per il rilancio dell’economia libica quando la situazione politico-sociale dovesse stabilizzarsi. Grazie all’esperienza dei collegamenti con il nord Africa – dall’LTM parte una nave ogni settimana per Tunisi con soddisfazione da entrambe le parti – il terminal livornese guarda alle linee trans-mediterranee con crescente speranza.
Che il Maghreb sia una delle speranze per gli scali italiani del Tirreno quando l’area sarà stabilizzata è ormai dottrina. E la conferma che le prospettive sono buone viene anche dai rapporti che la stessa Autorità portuale ha stabilito da tempo con il Marocco, che del Maghreb fa parte ma che è immune dai rivolgimenti fondamentalisti grazie alla modernizzazione voluta dalla casa regnante e dal suo governo. C’è una sponda sud del Mediterraneo insomma, che come dice Bonistalli ha bisogno di più attenzione da chi tra le istituzioni deve fare strategia, promozione e attivarsi per aprirne i mercati. Un tema più volte dibattuto in commissione consultiva dell’Authority che probabilmente tornerà anche oggi, nella seduta preannunciata per questa giornata, all’ordine del giorno.