Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

LNG alle navi l’Italia ne parla ma altri agiscono…

ROMA – Se n’era già parlato qualche tempo fa, nel corso della conferenza internazionale sul gas LNG per la propulsione navale all’Antonianum di Roma. Sia Marsiglia che Barcellona stanno per partire con impianti portuali di rifornimento di LNG alle navi, in vista dell’aumento esponenziale dell’impiego di questo combustibile negli apparati di propulsione.
[hidepost]Maria Rosaria Di Somma, direttore generale di Assocostieri, aveva focalizzato l’attenzione in particolare sul progetto in corso d’opera di Marsiglia. E adesso è arrivata la conferma anche su Barcellona: la compagnia spagnola Enagas realizzerà l’impianto di bunkeraggio di Barcellona per rifornire sia le navi che vi scaleranno, sia con l’intenzione di proporsi come porto di riferimento nell’Alto Tirreno.
Una lotta alla pari tra Francia e Spagna mediterranee? Sembra quasi una beffa, visto che l’Italia dispone ormai da qualche mese di un terminal offshore dell’LNG proprio davanti a Livorno, in grado non solo di ricevere direttamente le navi gasiere di medie e grandi dimensioni, ma anche – con lavori in corso di progettazione ed effettuabili in pochi mesi – di far attraccare le navi da rifornire e anche bettoline-feeder per trasferire l’LNG alle stazioni di stoccaggio da realizzare nei principali porti secondo le nuove normative europee.
Ne abbiamo già parlato: alla conferenza all’Antonianum anche il contrammiraglio Nicola Carlone, capo del VI reparto del comando generale delle Capitanerie, si è dilungato a spiegare l’importanza del carburante LNG per le navi del prossimo decennio, comprese quelle militari. E in precedenza a febbraio proprio le Capitanerie avevano tenuto un workshop nella sede del ministero delle Infrastruture e Trasporti dal significativo titolo: “LNG as an alternative fuel for shipping” con la partecipazione dello stesso comandante del corpo, ammiraglio ispettore capo Felicio Angrisano e la presenza del direttore generale del ministero Cosimo Caliendo e di funzionari dello stesso ministero.
Della serie: anche in Italia se ne parla, se ne parla molto e con cognizione. Peccato che sul territorio l’ipotesi di utilizzare l’eccellenza dell’impianto OLT Toscana Offshore sia ancora di una vaghezza assoluta. Forse si aspetterà che siano pronti Marsiglia e Barcellona per chiudere la stalla quando i buoi saranno già scappati?
Antonio Fulvi

[/hidepost]

Pubblicato il
3 Maggio 2014

Potrebbe interessarti

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora