Ancoraggio ancora più forte con l’arrivo di Golar Frost
I lavori sono cominciati ieri e si concludono a metà dicembre – Modificato il peso e il sistema delle catenarie – La nave dovrebbe essere sul sito a fine gennaio
LIVORNO – Il sistema d’ancoraggio dell’ormai prossima piattaforma di rigassificazione dell’Olt verrà cambiato. Mentre è confermato che la “Golar Frost”, ovvero la nave trasformata a Dubai per diventare terminale permanente a Livorno, arriverà a fine gennaio, la Saipem è stata incaricata di modificare gli ancoraggi già posizionati e di istallare l’ultimo settore della pipe-line, quella specie di “proboscide” che collegherà la nave al punto fisso in fondo al mare per far affluire il gas verso terra.
I lavori della Saipem sono cominciati ieri: controllati in permanenza dal supply vessel “Grecale II” della stessa Saipem per tenere alla larga pescherecci ed ancoraggi che potrebbero danneggiare la pipe-line.
[hidepost]La Capitaneria di porto ha emesso l’ordinanza che fa divieto di navigazione nella zona dal 25 novembre al 15 dicembre per un raggio di mezzo miglio dal sito di futuro ancoraggio della “Golar Frost”.
Secondo il progetto di sostituzione degli ancoraggi, delle sei ancora da 20 tonnellate l’una che furono posizionate al momento della messa in opera della pipe-line, quattro dovranno essere sostituite con altrettante ancore del doppio del peso, ovvero da 40 tonnellate l’una. Anche le relative catene dovranno essere sostituite: quelle da 103 millimetri saranno cambiate con altre da 140 millimetri. Significativo che le ancore da 20 tonnellate da sostituire non verranno rimosse dal fondo del mare, ma ci rimarranno: potranno successivamente servire a ulteriormente rinforzare il sistema o comunque rappresenteranno un elemento in più di sicurezza.
Che cosa ha spinto la OLT Toscana Offshore, titolare della prossima piattaforma di rigassificazione, a modificare gli ancoraggi? Secondo la Capitaneria di porto, che peraltro non ha competenza in materia, probabilmente è stato ricalcolato il tutto sulla base di condizioni meteo ancora peggiori di quelle previste inizialmente; e anche sulla base di altre piattaforme offshore nel frattempo entrate in servizio.
Intanto è un dato di fatto che la piattaforma della OLT sia in forte ritardo rispetto ai programmi iniziali. E se la responsabilità è stata data tutta alle complicazioni riscontrate nel cantiere di Dubai nella trasformazione della nave in piattaforma stabile, è probabile che abbia inciso nei ritardi anche la complessa vicenda societaria di Iride, una delle società che fanno parte del progetto, nonché il forte calo dei consumi di gas dovuto alla crisi mondiale e alla caduta della produzione industriale nazionale. Ma le prospettive sono di ripresa e la piattaforma livornese sembra ormai sulla dirittura d’arrivo.
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