Rail Cargo Austria e T.O. Delta calano i loro assi da Trieste
Treni giornalieri già operativi per il sud Germania e l’Ungheria, con possibilità di altre connessioni – Le potenzialità del Trieste Marine Terminal con gli ultimi importanti investimenti – Una “strategia Italia”

Erik Regter e Fabrizio Zerbini.
TRIESTE – Il biglietto da visita di Rail Cargo Austria, presentato a un centinaio di operatori convenuti al Greif Maria Theresia triestino, è significativo: “A casa in Europa”. Ed è in effetti un partner con i fiocchi quello che il Trieste Marine Terminal (TMT, gruppo T.O. Delta di Pierluigi Maneschi) s’è scelto per un nuovo servizio di treni merci e di connections ferroviarie differenziate già partite sia per il sud della Germania (Monaco ed Ulm) sia per l’Ungheria (Budapest). Treni veri, quotidiani, che nella fattispecie sono partiti ad oggi tutti a pieno carico di containers, per un joint service che ha già tutte le caratteristiche per allargarsi ulteriormente. L’ha fatta capire, questa voglia di allargarsi, lo stesso amministratore delegato della compagnia ferroviaria cargo austriaca, Erik Regter, che rispondendo a una domanda dal pubblico ha detto di essere aperto a ulteriori passi, step to step, mano a mano che si presentassero partnerships come quella con il TMT.
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Nella conferenza di presentazione dei nuovi servizi, rigorosamente in inglese, diretta e coordinata dall’amministratore delegato del TMT capitano Fabrizio Zerbini, il pezzo forte è stato l’identikit dei due partner.
Rail Cargo Austria è un gigante da 2,4 bilioni di euro di ricavi (2010) con 872 locomotive moderne, 8 terminal in Austria e altri 9 in centro ed est Europa, 20 mila vagoni e tanta voglia di espandere i propri servizi “per adesso in Nord Italia”. Ancora: copre 70 destinazioni con 340 treni cargo ogni settimana ed ha trasportato nel 2011 ben 1 milione e 215 mila Teu’s. Non è nuova a Trieste, dove operava già con un Julia Shuttle con Villach e un Rola Salzburg con Salisburgo, per un totale di 2 mila treni all’anno. Ma con le nuove connessioni la crescita iniziale sarà del 50% e non ci sono limiti a rispondere alla domanda, specie se la grande crisi mondiale si esaurirà, come tutti sperano, entro il 2012. I suoi punti di forza, molto chiaramente illustrati da Regter, sono l’economia dei costi, la puntualità, la precisione (qualcuno tra il pubblico ha detto, scherzando ma non troppo: asburgica) e la capillarità delle destinazioni. Si aggiunge ovviamente il vantaggio della difesa ambientale, perché il treno è molto più “pulito” del trasporto su gomma.

Il Trieste Marine Terminal.
Anche TMT, ha sottolineato il capitano Zerbini, è pronto alla sfida. Il grande terminal triestino ha banchine e fondali adatti a navi fino a 10 mila Teu’s, un parco ferroviario dedicato capace fino a 600 mila Teu’s e 11,5 mila treni all’anno, con la capacità di caricare e scaricare contemporaneamente, grazie al moderno sistema di gru, ben 5 treni alla volta. Nel 2011 il terminal ha movimentato 394 mila Teu’s, con un incremento del 39,6% rispetto all’anno precedente. Ha collegamenti ferroviari costanti con Padova (4 alla settimana) e sta avviando quelli con Milano e Bologna. Due destinazioni, queste ultime, che a loro volta fanno da collettori anche per il centro e sud Italia.
Tante le cifre, tanto l’interesse, tanti i presenti: notati in particolare quelli provenienti proprio dalla sponda tirrenica, che evidentemente vede il TMT come un’opportunità e non un concorrente verso l’Europa centro-orientale.
Significativi infine gli interventi del presidente della Camera di Commercio di Trieste Antonio Paoletti (“Benvenuta l’Austria che finalmente torna al suo porto”) e del ministro alle Infrastrutture e Trasporti della regione autonoma Friuli-Venezia Giulia ingegner Riccardo Riccardi, che ha auspicato la crescita della concorrenza nei servizi di logistica ma anche un maggiore interesse del governo centrale verso la portualità italiana.
La sfida dunque è stata lanciata. Non tanto a Trenitalia Cargo italiana, che sembra tutt’altro che interessata al settore, quanto all’intero sistema logistico europeo, che vede crescere l’interesse verso il “ventre molle” dell’Ue ed è solo frenata da una politica sostanzialmente monopolistica della rete. Ma Trieste ha rotto un tabù. E sembra decisa a dimostrare al partner austriaco che ha tutte le potenzialità per poter anche insidiare il predominio dei porti del Nord Europa in termini di costi, di transit time e di servizi friendly.
A.F.
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