Vajo: essere “agenti puri”
Il riconoscimento conferito dalla Camera di Commercio – Navi tramp con specializzazione nel petrolchimico – Le prospettive

Antonio Vajo premiato da Roberto Nardi alla Camera di Commercio di Livorno.
LIVORNO – Si potrebbe dire, come una vecchia pubblicità: un nome, una garanzia. E infatti dell’agenzia marittima Vajo, premiata di recente anche dalla Camera di Commercio tra le imprese ultra-centenarie, la garanzia numero uno è che sta sul mercato portuale dal 1879, non ha mai voluto allargarsi a settori paralleli anche nei momenti di maggior dinamicità del settore, ed offre servizi specializzati ad alto livello. “Siamo agenti puri – dice con un filo di ironico compiacimento il dottor Antonio Vajo, giovane titolare della antica agenzia – dove io mi considero un padrone/garzone. Ma proprio per questo l’impresa, con soli quattro addetti, è sufficientemente duttile per far fronte a ogni situazione”.
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Fondata dal bisnonno di Antonio, Giovanni Vajo, l’agenzia marittima è sempre stata della famiglia, con solo un periodo in cui entrarono in società i fratelli Santacroce, successivamente usciti. C’è stato un tempo, quello del nonno di Antonio, Luigi, in cui il nome di Vajo rappresentava il punto di riferimento sulle discussioni di allora per la rinascita del porto di Livorno. Luigi Vajo era, oltre che un bravo agente marittimo, anche un polemista di prim’ordine, costantemente in rapporto dialettico con il presidente della Camera di Commercio Graziani e poi con l’altro “uomo forte del porto”, Arno Ardisson. Da giovane cronista, ho assistito a dibattiti senza fine, ma concettualmente di ben altro livello rispetto ai troppi di oggi, sulle infrastrutture, le vocazioni e il futuro di questo porto.
Antonio Vajo invece dalle polemiche si tiene lontano. Solo se stimolato, dice che del porto di Livorno, del suo porto, non vuole parlare male. “Anzi, voglio parlare bene – afferma – anche se credo che dovrebbe esserci più coesione, dovremmo essere più capaci di far squadra per il bene comune”. Punto e basta sui giudizi. “Del resto io faccio il mio lavoro con scrupolo – conclude sull’argomento – e credo che tutti mi stimino anche perché non sgomito”.
Il lavoro dell’agenzia non investe infatti le spedizioni né i traffici dei contenitori. “Noi ci occupiamo di navi tramp, in particolare nel settore petrolchimico – dice Vajo – che non ci consente di avere rigide programmazioni del lavoro, ma in compenso sente meno la crisi”. La sente meno, ma ovviamente non ne è esente, tanto che l’anno passato le navi “agenziate” furono più di 200 mentre in questo 2011 sono state poco più di 130.
“In compenso però dei prodotti petrolchimici non potremo mai farne a meno in questa società – dice ancora Antonio Vajo – e se possono calare in certi momenti benzine e greggio, aumentano gli oli vegetali anch’essi alla base dei carburanti, come il biodiesel.” Molti armatori del comparto (Montanari, Ignazio Messina, Dalmare, Mediterranea di Navigazione ma anche altri minori) hanno un punto di riferimento fisso in Vajo a Livorno, ma ci sono anche importanti clienti stranieri. “Diciamo che il nostro plafond di clienti è per il 60% italiano e per il resto straniero – specifica Vajo – con oscillazioni che ovviamente dipendono dai mercati e dall’economia”.
Classe 1974, Antonio Vajo è uno dei più giovani imprenditori del porto di Livorno a gestire una delle più antiche agenzie marittime. Ci scherza sopra anche. “Quando partecipo alle riunioni, in Asamar o in altre sedi – dice – mi rendo conto di essere tra i titolari meno maturi. Ma l’età della mia azienda non ha molti concorrenti. E la nostra forza, che è la flessibilità, mi consente di essere ragionevolmente sicuro di un futuro altrettanto longevo”.
A.F.
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