GENOVA – Non si sa ancora chi sarà il ministro che ci metterà la firma sotto, ma la riconferma di Luigi Merlo alla presidenza dell’Autorità Portuale di Genova sembra scontata. E detto senza giri di parole, se c’è uno che si merita la riconferma è di sicuro lui. Intanto perché non è genovese, e la sottile vendetta di La Spezia – Merlo viene da quelle parti – nei confronti dei cugini della Lanterna è almeno divertente. Scherzi a parte, Merlo è stato un buon presidente: e in quel covo di vipere che viene definita la portualità genovese, è riuscito a portare avanti idee e progetti che pochi dei suoi predecessori avevano fatto uscire dalla nuvola dei sogni.
A Genova si sottolinea come Merlo sia riuscito proprio in questi giorni a varare un piano d’investimenti di 400 milioni nel nuovo POT: riguardano le riparazioni navali, la Fincantieri da allargare verso il mare (il complesso è praticamente “ingessato” dall’attraversamento della ferrovia e deve allungarsi necessariamente verso il mare se vuol fare navi più grandi) ma specialmente il potenziamento della rete ferroviaria nel porto e per uscire dal porto.
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