Il rigassificatore offshore ritarderà alla fine del 2011
L’impianto tra Livorno e Pisa doveva essere pronto entro primavera – Quasi terminati i lavori di conversione della nave – Anche altri paesi scendono in campo
GENOVA – Non è una battuta d’arresto, ma certamente è un ritardo non marginale: ovvero il rigassificatore dell’Olt, che doveva entrare in funzione entro la prossima primavera al largo di Livorno, ritarderà quasi certamente fino alla fine del 2011.
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Lo ha dichiarato Roberto Bazzano, presidente di Iren – la società che costruisce l’impianto in joint venture con E.On. – in un incontro che si è svolto nei giorni scorsi a Genova presso la sede di Confindustria.
Scarsi i dettagli operativi, anche perché le operazioni di messa in posizione dei tubi sottomarini hanno mantenuto il programma previsto da Saipem, e i lavori di trasformazione alla nave in corso a Dubai sono anch’essi alla fase finale. Sarebbero insorti alcuni problemi di carattere tecnico-burocratico, ma tutti marginali. Una cosa è certa, hanno rallentato anche le decisioni collaterali legate al posizionamento della nave sul suo terminale sottomarino per quanto riguarda gli accordi relativi all’assistenza “no stop” all’impianto in mare, dopo i primi accordi già firmati con il gruppo Neri per la messa a disposizione dei rimorchiatori-patrol ship.
Superate dunque le opposizioni più o meno ambientaliste alla realizzazione del terminale, tutto quello che accade adesso intorno al mega-impianto pilota tra Livorno e il Calambrone fa parte del settore operativo. Nel frattempo, si moltiplicano i progetti alternativi per nuovi impianti di rigassificazione da costruire offshore, non solo sulle coste italiane – in Sicilia in particolare – ma anche in altri paesi del Mediterraneo che come l’Italia stanno cercando di differenziare le proprie fonti energetiche dal petrolio e dai gasdotti.
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