MILANO – Secondo gli ultimi dati riferiti da Trasportounito nella recente convention di Assago il 30% della flotta italiana di camion fermo nei piazzali spesso per manifesta impossibilità anche solo di pagare i rifornimenti di carburante;
il 50% delle imprese italiane di autotrasporto in ritardo cronico nel pagamento dei contributi previdenziali e degli oneri sociali, con un monte arretrati che solo per quanto riguarda queste voci, supera i 300 milioni di euro;
il 10% delle imprese italiane che nell’ultimo anno sono state dichiarate fallite o, nella migliore delle ipotesi, sono entrate in una procedura di concordato preventivo;
62.000 aziende di autotrasporto chiuse nell’ultimo decennio su una consistenza attuale che si attesta attorno alle 115.000 imprese.
Nella sola Lombardia un tasso di mortalità che in 8 anni ha riguardato 10.000 imprese su un totale di 28.000.
Alcune fra le aziende simbolo del settore in vendita sull’orlo del collasso a fronte di una invasione ormai a tasso esponenziale di tir provenienti dall’est europeo che sotto tariffano speculando sulle condizioni di sicurezza dei mezzi, sui tempi di guida e sui contratti spesso inesistenti dei dipendenti.