Livorno, spostare i bacini?

E’ il progetto allo studio della Port Authority, che vorrebbe ricostruire la megavasca nella Darsena n. 1

LIVORNO – Conto alla rovescia, almeno secondo quanto si dice in Autorità Portuale, alle gare per i bacini di carenaggio labronici. Che saranno due: rispettivamente la prima per il bacino galleggiante “Mediterraneo”, e subito dopo (ma quanto dopo non è specificato) per il grande bacino in muratura da 350 metri.

Per entrambi i bacini c’è un notevole interesse, che travalica le realtà delle riparazioni navali livornesi. Anche perché sembra che i bacini di carenaggio stiano tornando di grande interesse, per il crescere delle riparazioni navali su navi già operative e per la corsa che c’è in Mediterraneo per accaparrarsi quelli esistenti. E’ il caso di Palumbo (Napoli) che ha messo il cappello sul megabacino di Malta, ed è il caso della joint-venture genovese che fa capo al cantiere San Giorgio, che a sua volta s’è proiettato sull’altro grande bacino mediterraneo, quello di Marsiglia.

In questo fiorire di interessi, c’è però uno stop imposto dall’Autorità Portuale livornese: che non sta facendo mistero della volontà (o necessità) di decentrare i bacini dall’area ricettivo-turistica della “Porta a mare”. E in una recente intervista a un quotidiano fiorentino, lo stesso presidente della Port Authority Roberto Piccini ha ipotizzato il trasferimento del bacino galleggiante ma anche la “ricostruzione” di un nuovo megabacino in muratura in altra zona, per usare le strutture di cemento di quello attuale come base per un nuovo “porto delle crociere”.

Il nuovo megabacino in muratura dovrebbe essere realizzato tombando parzialmente l’attuale Darsena 1, quella dei traghetti ro/ro, non appena questi ultimi avranno a disposizione la prima tranche della Piattaforma Europa. Secondo Piccini, la società di progettazione Modimar, che è anche al lavoro sul piano regolatore del porto di Livorno, ha avuto l’incarico di studiare la fattibilità concreta dell’operazione. Ma nessuno si illude su tempi brevi: e qui, come si dice parafrasando la nota battuta, casca l’asino…

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