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Eurofidi e business

Andrea Giotti

FIRENZE – Si è tenuto nella capitale toscana il 6º convegno nazionale dei Confidi, tradizionale appuntamento che annualmente raduna i principali esponenti di Banca d’Italia, del Fondo Centrale di Garanzie, del sistema creditizio e delle strutture di garanzia fidi. Tema dell’incontro era “L’attività dei Confidi in un’economia che cambia: obblighi di vigilanza, nuove aree di business, soluzioni organizzative e commerciali”.

Eurofidi era tra i relatori, con la presenza di Andrea Giotti, direttore generale della struttura, il cui intervento era dedicato al nuovo modello di business dei Confidi.

In premessa, Giotti ha sottolineato che i Confidi non vivono una situazione soggettiva di difficoltà. E’ il sistema produttivo italiano nel suo complesso che sta vivendo una situazione particolare e i Confidi, che normalmente supportano la parte più debole del sistema imprenditoriale, stanno di conseguenza soffrendo.


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In questo contesto, Eurofidi vive in una posizione di relativa tranquillità dovuta ad alcune importanti scelte effettuate negli anni passati che si stanno rivelando vincenti. Tra queste: un portafoglio di garanzie molto diversificato in termini sia territoriali sia settoriali; un massiccio ricorso alle forme di mitigazione di rischio; ad oggi oltre il 70% dello stock di garanzie (che ammontano complessivamente a euro 3,7 miliardi) è coperto da Controgaranzia; un Indice di Solvibilità al 31/12/2011, ancora provvisorio, che è dell’11%, quasi il doppio di quanto imposto dalla Banca d’Italia.

Per quanto riguarda il tema assegnato nel contesto del Convegno “Le nuove aree di business del Confidi” Andrea Giotti ha sottolineato che Eurofidi, nel corso del 2012, effettuerà un riposizionamento strategico della propria attività.

Dopo più di trent’anni di attività dedicata a supportare le piccole e medie imprese nell’ottenimento del debito, affiancherà le aziende nella raccolta di equity. Uno dei fattori che limita lo sviluppo delle Pmi è infatti la loro sottocapitalizzazione e con questo intervento Eurofidi si augura di poter contribuire a ridurre il problema

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Il progetto si basa sull’ipotesi che nasca un flusso diretto di risorse tra i privati e le Pmi ed Eurofidi che potrà garantire fino al 50% le eventuali minusvalenze che si manifesteranno da tali operazioni. Si tratta di garantire l’aumento di capitale sottoscritto da parte di persone fisiche o giuridiche nelle Pmi.

Altra linea di intervento che sarà attuata nel corso del 2012 è l’intervento diretto relativo a tutte quelle operazioni poste in essere dalle Pmi, che necessitano di forme diversificate di garanzia, quali forme di garanzie dirette tra Pmi e Pmi (ad esempio, si potranno sostituire i depositi cauzionali a fronte di contratti di affitto degli immobili d’impresa con fideiussioni concesse da Eurofidi). Anche in questo caso si tratta di un intervento che si muove verso un’operatività che non vede coinvolta la banca e che tende a supportare lo sviluppo delle Pmi liberando gli impegni di liquidità e/o supportandole nelle fasi di sviluppo sul mercato.

Rientra invece nel rafforzamento dei rapporti con il sistema bancario la terza linea focalizzata nel supporto alle banche nell’erogazione di finanziamenti di modesto importo. In questo caso Eurofidi supererà la logica di istruttoria sulla singola impresa per avvicinarsi ad una logica di “portafoglio” con indubbi vantaggi sia sui costi d’istruttoria che di tempi di risposta.

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Pubblicato il
3 Marzo 2012

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