Vela e disabili, ancora smantellare?
LIVORNO – Dicevano i latini che “repetita juvant”: ovvero, per tanti di noi che il latino l’hanno dimenticato, “le cose ripetute aiutano”.
Ci crediamo?
In genere sì: salvo quando ci si scontra con la burocrazia più retriva.
Come definire l’accanimento con cui, malgrado gli interventi alla ragionevolezza dello stesso difensore civico della Toscana, Comune di Livorno e Capitaneria di Porto, si ripresentano di nuovo alla base dell’Assonautica i funzionari della Camera di Commercio di Livorno chiedendo di smantellare due container in cui sono da decenni sistemati gli spogliatoi e la segreteria della scuola di vela gratuita per i portatori di handicap?
L’Autorità Portuale ha fatto la sua parte, verificando che si tratta di opera di umana solidarietà.
Entrambe le altre due istituzioni si rimpallano la responsabilità d’essere “il mandante”.
Eppure sia il sindaco sia il comandante del porto hanno personalmente dichiarato comprensione e disponibilità: ma da oltre un anno, ciclicamente, arriva due militari e l’ingiunzione prosegue.
Eppure l’Assonautica ha fatto il possibile per sanare quelli che sono stati giudicati…abusi edilizi: ovvero un paio di ripostigli di attrezzature per le barche, una tettoia di ricovero, una rete.
Ha persino messo a terra due pontiletti che servivano a imbarcare i paraplegici, e che erano stati donati degli enti in occasione del trofeo Accademia Navale solo ed unicamente per i disabili (li utilizzano ciclicamente anche i gommoni della brigata paracadutisti in appoggio alle loro esercitazioni e la stessa Protezione Civile del Comune). Roba che potrebbe dare origine alle barzellette.
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E allora?
Ancora una volta ci appelliamo – dicono i disabili della scuola di vela dell’Assonautica – al sindaco Salvetti e all’ammiraglio Angòra: sanate la situazione dei due container, le leggi lo consentono e la tanto sbandierata attenzione ai portatori di handicap lo imporrebbe.
Si può, si deve sanare e lasciare in pace: se poi qualcuno ne abusa, allora si bisogna colpire.
E di abusi in giro pare ce ne siano parecchi, non certo a fini sociali…
(A.F.)
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