Gallanti-pensiero al Propeller
Uniformare le aree per traffici, dragare rapidamente, disegnare un porto ideale: ma prima di tutto, la ricerca di una “collaborazione fattiva” tra operatori e istituzioni

Giuliano Gallanti
LIVORNO – Una partecipazione numerosa di operatori e di istituzioni cittadine – evento raro, persino la partecipazione del presidente della Provincia Kutufà e del sindaco Cosimi – ha salutato la ripresa dei lavori del Propeller ed il suo nuovo presidente, comandante Fiorenzo Milani che ha presentato con soddisfazione l’ingresso di undici nuovi soci.
L’ex capo piloti del porto di Livorno Milani ha voluto inaugurare l’anno sociale invitando il presidente dell’Autorità Portuale Giuliano Gallanti, destinatario della sua ormai nota lettera aperta sui problemi urgenti da risolvere nel nostro scalo, ad illustrare il disegno del nuovo piano regolatore del porto e a discutere sui lavori attualmente in corso.
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“L’obiettivo che il Propeller vuole raggiungere – ha detto Milani in apertura di serata – è di riuscire a compattare la comunità portuale per dare una mano alle istituzioni che dovranno portare avanti i progetti per il nostro scalo, i cui problemi sono noti da lunga data. Mi auguro che già da stasera qualche risposta possa arrivare”. Dopo aver letto una lettera scritta oltre 22 anni fa dall’allora capopilota Picchi a Marcello Fremura, al tempo dirigente della Sezione Marittima della Camera di Commercio, per denunciare l’esigenza dei dragaggi dei fondali e l’allargamento dei canali d’accesso, Milani ha passato la parola a Giuliano Gallanti.

Nella foto (di Laura Bolognesi): le nuove socie del Propeller Club di Livorno: (da sinistra) Maria Gloria Giani, Gianfranca Salvadori, Angelica Tattanelli.
Il presidente Gallanti ha iniziato la sua relazione illustrando il metodo con il quale procede oggi l’Autorità Portuale per cercare di districare quei grandi nodi che si incontrano inevitabilmente in materia di piano regolatore: “Una pianificazione che per sua natura necessita di molti consensi e volontà politiche – ha spiegato – e questa è la parte più difficile rispetto alla mera ricerca tecnica della soluzione di problemi specifici, per quanto complessi essi siano”. Gallanti ha quindi parlato dei dragaggi in Darsena Toscana come in via di soluzione; i provvedimenti necessari sono stati adottati – ha detto – e c’è la disponibilità finanziaria. Anche per il materiale di dragaggio la soluzione sarebbe stata trovata ed entro la fine dell’anno verrà bandita la gara per iniziare con il primo intervento in Darsena Toscana; ha inoltre aggiunto che già nelle prossime settimane il problema della foce a mare dello scolmatore e delle porte vinciane verrà risolto. “Sulla questione ferroviaria – ha continuato il presidente – ci sono stati colloqui con Trenitalia che fanno ben sperare. Il riuscire a portare i binari sulle banchine farebbe diventare Livorno uno dei primi porti italiani ferroviari, con una prospettiva che andrebbe oltre il mercato di riferimento attuale per estendersi al di là delle Alpi”.
A questo punto Gallanti, esprimendo la convinzione che ormai il futuro dei porti, e quindi anche quello di Livorno, si giocherà in larga parte a Bruxelles, ha suggerito il tema delle strategie a livello europeo per un futuro dibattito, lamentando il silenzio generale su questioni fondamentali come ad esempio gli ultimi interventi del commissario Ue ai Trasporti Siim Kallas sia sul Libro Bianco che sulla riforma (data per certa) che ormai viene irradiata sulle direttive ai servizi portuali.
Tornando poi ai problemi contingenti di Livorno, l’oratore ha espresso la ferma volontà di risolvere la mancanza di spazi e di banchine che gli viene segnalata costantemente dagli operatori e che è causata a suo dire dalla “irrazionalità nella conformazione degli spazi”. Ha chiesto allo scopo ad un gruppo di esperti di disegnare un porto ideale, razionalmente organizzato, astratto rispetto all’esistente ma con l’obiettivo di renderlo compatibile . Lo “step” successivo consisterà nel misurare l’astratto con la realtà. Per fare questo è stata costituita – ha detto – una “Agenzia del Piano” composta dal personale dell’Autorità Portuale e da ricercatori, sono state istituite borse di studio per attrarre anche i giovani e presto inizieranno i confronti prima con gli operatori, poi con le associazioni ed infine con le istituzioni sulla base di un calendario diviso per aree di discussione.

Nella foto (di Laura Bolognesi): i nuovi soci del Propeller Club di Livorno: (da sinistra) Giuseppe Vicchio, Massimo Luperini, Raimondo Pollastrini, Fiorenzo Milani, Matteo Ferroni, Vittorio Carelli, Giampaolo Scalabrella, Fabio Pagano, Giovanni Battista Molinari.
La prima area trattata – ha detto Gallanti – sarà quella definita “porto Mediceo e Bacini” dove già esiste un bacino in muratura 340 mt inutilizzato sul quale è stato dato incarico al Rina di fare uno studio per capirne le possibili ricadute economiche una volta adibito alle riparazioni. Gli operatori coinvolti nel progetto e pronti a collaborare sarebbero Azimut e Porta Medicea. Le barche attualmente ormeggiate nel Mediceo dovrebbero trovare un’altra collocazione, che al momento sembrerebbe individuata alla Bellana (ipotesi sulla quale il presidente dello Yacht Club Spadolini è poi intervenuto esprimendo la sua perplessità relativamente alla capienza dell’area date le dimensioni, non indifferenti, di tante di queste imbarcazioni). Il secondo gruppo che verrà convocato è quello che dovrà risolvere le problematiche legate ai traffici delle crociere e della cellulosa. Su questo punto Gallanti ha molto insistito nel sollecitare tutti a pensare al bene del porto nell’interesse generale, sacrificando l’immediato interesse particolare di un settore rispetto all’altro essendo entrambi strategici per l’economia del porto. A questo proposito andranno completati gli scavi del Molo Italia razionalizzandone gli spazi. Altre iniziative relative alle aree del piano regolatore sono state toccate nel discorso del presidente ma l’aspetto fondamentale più volte richiamato è l’esigenza di sprovincializzarsi per inserirsi nel mercato europeo e mondiale “altrimenti il porto di Livorno sarà una pallina nel mondo invece di essere il grande porto unito e compatto”. E con una constatazione: Livorno ha sei mesi di tempo per dare risposte ai grandi dello shipping. Altrimenti “saranno guai”.
La sensazione che si è ricavata al termine della serata è che al vertice del porto di Livorno sia stata trasportata la stessa mentalità a suo tempo usata nella gestione del porto di Genova. Gli interventi seguiti, assai pochi in verità, sono stati ad opera di Enrico Bonistalli (necessità di dare precedenza nelle consultazioni alle associazioni), Angelo Roma (perplessità sulla introduzione delle navi da 8000 teu causa pescaggi e raggi di evoluzione), Tommaso Spadolini (spostamento imbarcazioni da diporto) che hanno messo in risalto le zone d’ombra e le criticità sui punti trattati. Ha concluso il sindaco Alessandro Cosimi, con un richiamo a non chiudersi nel provincialismo e a guardare all’Europa.
Cinzia Garofoli
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