Il vecchio fuoribordo da cannibalizzare
Un lettore di Livorno 👤 Edoardo G. ci segnala l’inattesa 🔍🔍 ricerca da parte di molte officine nautiche di rottami di vecchi motori fuoribordo:
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L’ormai appurata penuria di motori fuoribordo nuovi nella stagione nautica appena conclusa, ha scatenato le officine specializzate nel settore a recuperare e “cannibalizzare” con successo vecchi e vecchissimi motori, considerati rottami senza valore.
Ho personalmente vissuto una di queste iniziative, avendo un vecchio ma efficiente Evinrude – la storica marca Usa è ormai chiuda da un anno – e non trovando alcuni ricambi per i magneti del volano (dal Belgio li offrono a prezzi spropositati e con mesi di attesa): un mio meccanico ha recuperato volano e magneti da un rottame della stessa marca, abbandonato in una disfattura perché crepato nel blocco motore.
E mi risulta che quest’estate la pratica di “cannibalizzare” vecchi rottami sia stata molto diffusa.
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Diciamo che la pratica non è nuova, ma è vero che la carenza di componentistica nel campo dei fuoribordo quest’anno ha richiesto il ricorso massiccio al recupero del vecchio ancora efficiente: da parte dei meccanici corretti con relativa dichiarazione, dei meno corretti spacciando la riparazione come se si fosse utilizzato un ricambio nuovo.
Del resto, anche i fuoribordo ormai hanno una componentistica spesso standard ed alcuni pezzi valgono per quasi tutte le marche più diffuse.
È noto per esempio che la componentistica meccanica di alcuni modelli stranieri è realizzata in Italia. E in cambio, alcuni modelli dell’unica marca italiana rimasta sul mercato montano gruppi motore di provenienza giapponese.
Ciò premesso, prima di rottamare un vecchio motore che non va più consultate un amico meccanico: può darsi che pezzo per pezzo valga ancora qualcosa.
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