Ordinanza 347 i portuali al contrattacco
VENEZIA – La Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia, autorizzata a fornire lavoro portuale temporaneo ex art. 17 della legge 84/94, ha preso posizione sulle recenti dichiarazioni dei rappresentanti provinciali di Fit-Cisl, Gaetano Antonello e di Uil-Trasporti, Umberto Zerbini, sull’ordinanza n. 347/11 dell’Autorità Portuale di Venezia di organizzazione del lavoro portuale.
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Secondo il presidente dei portuali Davide Tassan “l’ordinanza n. 347/11 (approvata appena sei mesi fa con il consenso delle stesse sigle sindacali che oggi la contestano) non ha fatto altro che stabilire le regole concrete per una migliore organizzazione del settore, nel pieno rispetto dei principi cardine della legge n. 84/94 in tema di divisione del lavoro tra imprese terminaliste (ex art. 18), imprese portuali non concessionarie (ex art. 16) ed impresa fornitrice del lavoro portuale temporaneo (ex art. 17).
“Gli elementi addotti dalle sigle sindacali a supporto dell’infondata presa di posizione – continua Tassan – non sono veritieri e sono comunque il frutto di un’interpretazione volutamente distorta della realtà che smentisce la serietà da esse professata in quanto:
“- si sostiene che le imprese portuali non concessionarie siano costrette a ricorrere frequentemente alla CIGS ma si sottace che esse richiedono costantemente manodopera alla Nuova Compagnia Lavoratori Portuali;
“- si lamentano i licenziamenti effettuati senza citare le assunzioni operate dalle stesse imprese portuali;
“- si sottolinea l’utilizzo di mezzi meccanici da parte dei lavoratori della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali (ipotesi, peraltro, avallata dal ministero con riguardo a piccoli mezzi quali carrelli, pale, ecc.), ma si tralascia la frequente violazione da parte delle imprese portuali del divieto di fornire le mere prestazioni di lavoro portuale temporaneo;
“- si assiste ad una ingiustificata fomentazione dell’opposizione tra lavoratori portuali su base meramente datoriale, con una aprioristica contrapposizione tra lavoratori delle imprese portuali ritenuti altamente professionali e lavoratori della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia considerati indegni di tutela in quanto scarsamente professionali;
“- si fa riferimento costante ad un “bando di gara vestito su misura d’abito dell’art. 17” senza neppure conoscere i contenuti ufficiali della bozza in fase di predisposizione;
“- si tende ad attribuire aprioristicamente all’attuale organizzazione del lavoro portuale (ordinanza n: 347/11) ogni causa delle difficoltà occupazionali incontrate dalle imprese portuali non concessionarie, senza tenere conto dei reali motivi di tali difficoltà, documentati dall’Autorità Portuale (crisi congiunturale del settore marittimo, riduzione dei traffici alle rinfuse destinate a Marghera da sempre appannaggio delle imprese portuali).
“La Nuova Compagnia Lavoratori Portuali – continua Tassan – ritenuta da Fit-Cisl e Uil-Trasporti come il “male assoluto” del porto veneziano, stigmatizza il comportamento delle predette sigle sindacali, i cui rappresentanti, pur di coinvolgere nella contrapposizione i lavoratori dei terminalisti, sono persino giunti propagandisticamente a sostenere che tali lavoratori perderanno il posto di lavoro a scapito di quelli della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali i quali, dopo l’aggiudicazione del bando in fase di elaborazione, potranno organizzare “squadre complete con autonomia organizzativa” in grado di annullare l’altrui potere contrattuale, con un ritorno alla situazione di monopolio in favore delle disciolte Compagnie Portuali (come era nel sistema previgente la legge 84/94), oggi di fatto sostituite dalla Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia.
“Queste conclusioni, frutto soltanto della fervida fantasia dei signori Zerbini ed Antonello – sostiene Tassan – sono evidentemente pretestuose e si commentano da sole sia perché giammai potranno essere ribaltati i cardini del sistema legislativo portuale ben noti all’Autorità Portuale di Venezia e sia perché il quadro artatamente dipinto da Fit-Cisl e Uil-Trasporti non trova alcun riscontro sul piano legislativo, amministrativo ed operativo.
“Merita un cenno il continuo richiamo di Fit-Cisl e Uil-Trasporti – polemizza Tassan – alle presunte “iniezioni di lavoratori interinali privi di esperienza e di professionalità”, chiaro riferimento ai lavoratori della Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia abilitata a fornire la manodopera portuale temporanea. Si rispediscono al mittente queste gratuite affermazioni, gravemente lesive del decoro della cooperativa il cui personale opera da diversi decenni nel porto di Venezia, ha ormai acquisito un elevatissimo bagaglio di esperienza, è professionalmente qualificato ad alti livelli, è costantemente aggiornato attraverso i corsi periodicamente tenuti anche in ambito di sicurezza sul lavoro ed è in grado di svolgere con efficacia e con soddisfazione per l’utenza tutte le attività richieste dagli operatori portuali.
“Tanto premesso, la Nuova Compagnia Lavoratori Portuali di Venezia – conclude il presidente – non può che auspicare vivamente tra tutti i soggetti interessati un confronto serio, responsabile e rispettoso, realmente finalizzato a migliorare la portualità lagunare nell’interesse di tutti gli operatori (e non solo di una parte di essi), basato su elementi di valutazione oggettivi (e non strumentalmente adattati alle esigenze di parte), con l’obiettivo comune di ottimizzare le condizioni del lavoro portuale anziché aizzare tra loro i lavoratori a scapito della serenità che dovrebbe contraddistinguere un comparto così delicato e strategico; al gioco delle parti avviato da Fit-Cisl e Uil-Trasporti ai danni del porto la Nuova Compagnia Lavoratori Portuali non intende assolutamente partecipare”.
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