Infrastrutture, l’assurdo dei tempi infiniti
Può anche sembrare di 🔫 sparare 🔫… sulla 🚑 croce rossa 🚑: ovvero di criticare troppo facilmente, visto il coacervo di leggi che regolano in Italia ogni interventi sul territorio: certo con la buona intenzione di proteggerlo.
Ma come dice il vecchio proverbio, “di buone intenzioni è lastricata la strada per l’inferno”.
Lasciamo la parola all’imprenditore N.P. che opera tra Follonica e Piombino:
🗣 Non ne possiamo più di sentir condizionare il finanziamento e la realizzazione di opere importanti come la strada veloce 398 tra la superstrada A-1 e il porto di Piombino, ogni volta a un nuovo accordo.
🗣 Oggi si parla di avere i fondi e partire con i lavori in cambio dell’OK alla nave rigassificatrice in porto: ma mi chiedo se questo è un modo di governare un paese o se è roba da 🍌🍌 repubblica delle banane 🍌🍌.
🗣 Le infrastrutture sono il primo passo indispensabile per tutto il mondo produttivo perché condizionano costi e tempi della logistica.
🗣 E Piombino subisce ancora oggi la vergogna di un porto con fondali record in Italia, costruito per far fronte al naufragio della Costa Concordia”, ma poi abbandonato a se stesso e ai privati che ci stanno faticosamente investendo, tra i mille vincoli e i posapiano dell’AdSP.
🗣 Non ne possiamo più…
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✍ Abbiamo tagliato il pur legittimo sfogo del nostro lettore perché il puntiglioso elenco dei torti che il porto e l’area industrializzata di Piombino avrebbero subito impiegherebbe mezza pagina.
Una cosa è certa: i tempi dell’economia e delle imprese mal si conciliano con quelli del pubblico potere che impiega mesi e a volte anni – per la 398 siamo al record dei decenni – per superare lo sbarramento incrociato dei “caveat” della fila di istituzioni locali, regionali e neutrali che hanno diritto a metterci becco.
Il tema è noto: cerchiamo di riderci (amaro) con la vignetta che riassume bene l’aborrita realtà.
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