Consultiva e comitato Federico Barbera spiega l’astensione
LIVORNO – Mi sembra che sulla vicenda “CPM – Commissione Consultiva – Astensione” si stia facendo una inutile polemica basata, soprattutto, su considerazioni fasulle e taroccate.
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Voglio premettere che l’autorizzazione o il diniego a CPM è solo una delle tante autorizzazioni ad effettuare operazioni portuali di servizi complementari come altre. I “Bravehearts di noi altri” che vorrebbero gabellare che questa sia una battaglia per la “LIBERTA’” e contro tutti i soprusi e monopoli mentono o per ignoranza o per impudenza.
Il trasferimento delle auto da piazzale a piazzale è stata considerata una operazione portuale a tutti gli effetti e come tale quindi DEVE essere effettuata dal TERMINALISTA (1º e principale attore). Qualora il Terminalista non avesse personale sufficiente per eseguire tale operazione può avvalersi di AGELP, il soggetto somministratore di lavoro temporaneo previsto dalla legge 84/94 ex art. 17 (2º attore). Nel caso in cui il terminalista avesse la necessità/volontà di dare in appalto questo servizio può affidarlo ad una impresa ex art. 16 specificatamente autorizzata a questo tipo di intervento , UNICOOP nel nostro caso (3º attore). Il ricevitore comunque ha la facoltà di ritirare la merce direttamente con proprio personale al terminal portuale essendone stato, doverosamente a mio avviso, autorizzato. Nel nostro caso i soggetti autorizzati sono 3, tra i quali la F.lli Elia (4º attore).
E’ tanto vero che esistono varie soluzioni legittime per eseguire questa operazione che il fatturato attuale di Unicoop Servizi per questa operazione è, sorpresa-sorpresa, di euro 0. Lo riscrivo in lettere e maiuscolo per chiarezza: EURO ZERO. E siccome le auto vengono movimentate in continuazione ma non da Unicoop, vuol dire che esistono altri soggetti autorizzati a farlo.
Sintermar, tanto per evitare fraintendimenti, è un Patrimonio da salvaguardare per il Porto di Livorno ed è, da sempre, uno dei fiori all’occhiello del sistema delle Imprese Portuali di Livorno. Preciso questo perché è inaccettabile il ventilare che il Rappresentante delle Imprese ex art. 16 e 18 L. 84/94 in Commissione Consultiva possa anche solo essere sfiorato dall’idea di nuocere a quella azienda.
Ciò chiarito ed archiviata alla pagina barzellette del Vernacoliere la battaglia per la Libertà e dell’assalto a Sintermar, entriamo nel vero merito della questione.
Il vero problema è l’ordinanza 40/2001 che, per un patto sociale, piega in qualche modo la legge alla salvaguardia della pace all’interno delle banchine.
Nessuno scandalo a rivedere l’accordo né, tantomeno, a conformare alla linea di diritto le norme in essa contenute, cominciando a riportare in primo piano la necessità di regole esigibili e del loro conseguente rispetto.
Contemporaneamente a questo occorre anche trovare un modello sostitutivo ad ampio respiro che, con l’accordo delle parti sociali e l’egida delle Istituzioni, Autorità Portuale in testa, garantisca il più possibile la transizione da ciò che il “patto ordinanza 40” ha garantito fino ad oggi, al nuovo modello (tutto da inventare).
La proposta che ho fatto in Commissione Consultiva ma bocciata dai colleghi, era mirata proprio a questo: moratoria per CPM in modo che fosse garantito il lavoro ai soci della Cooperativa fino a fine anno e contemporanea revisione dell’ordinanza 40/2001 con l’attiva partecipazione delle parti sociali. L’astensione altro non è stata che la conseguenza logica e secondo coscienza del mio rifiuto a distruggere un modello di pace sociale senza averne prima creato un altro.
Fortunatamente il dottor Piero Neri (come tutti sanno con forti interessi in Sintermar) ha fatto una proposta simile a quella che avevo fatto io e potendo mettere sul piatto della bilancia l’autorevolezza che gli è da tutti riconosciuta ha potuto portare così a casa il risultato. Che, badate bene, è lontanissimo dall’ essere una strategia per prendere tempo e rinviare ma rappresenta una lungimirante e quanto mai necessaria espressione della necessità di perseguire con il massimo sforzo e spirito di sacrificio la ricerca di un punto di equilibrio a salvaguardia di tutte le parti interessate. Per noi di una generazione, diciamo così, “di esperienza” questo obiettivo è imprescindibile.
E questo non potrà che essere l’inizio di una stagione nuova nella quale troveranno pari dignità le volontà di rinnovamento e la tutela dell’interesse generale, il tutto condito con il rispetto dei diritti delle imprese e del mondo del lavoro.
Ho fatto della tolleranza e del rispetto delle idee altrui una scelta di vita e mi è maestro Rudyard Kipling che in una sua delle più famose poesie, If/Se, incita il figlio a non curarsi di quando le sue idee vengono distorte e lo incita a non perdere la testa. Questo vuol dire, però, che non si può rinunciare alla propria indipendenza intellettuale che, per dirla con Indro Montanelli, è nel mio vocabolario sinonimo di dignità ed onore. Ed a questa indipendenza non sono disposto a rinunciare. Mai e per nessun motivo.
Federico Barbera
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