Demolizioni “scippate” ai nostri
AUGUSTA – È stata riferita sui vari media come una semplice notizia: quattro scafi dismessi della Marina Militare stanno navigando su una speciale nave autoaffondante verso un sito di demolizione in Turchia.
Nel dettaglio si tratta di una ex chiatta da sbarco (“Moc”), della ex nave cisterna porta acqua “Brenta”, del rimorchiatore “Atlante” e del vecchio, glorioso sommergibile “Bagnolini”. Radiate dai registri della Difesa rispettivamente nel 2003, nel 2002 e nel 1991, erano ad arrugginire nella base militare siciliana.
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Non sembrerebbe una grande notizia: se non fosse che da anni ci sono imprese italiane che hanno svolto tutte le complesse pratiche per essere accreditate alle demolizioni navali secondo le norme UE, oggi in regola sotto tutti gli aspetti; e che invece si vedono “scippare” un importante lavoro, su navi oltre tutto di Stato. Alle quali puntavano con la speranza di attivare un circuito nazionale alla cui partenza hanno anche dedicato importanti risorse. Tutti zitti invece, anche in parlamento, complice forse il silenzio-stampa del Ferragosto. Ma ancora una volta non ci sembra che lo Stato faccia il possibile per aiutare i nostri imprenditori più attivi.
A.F.
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