Se il Green Deal ritarda….
ROMA – L’Italia è in ritardo rispetto al target di decarbonizzazione al 2030 che, ai ritmi attuali di realizzazione delle rinnovabili, non sarà colto. Lo sostiene lo studio “Il disegno del sistema autorizzativo per decarbonizzare e rilanciare gli investimenti” presentato in questi giorni da Elettricità Futura, la principale associazione delle imprese elettriche italiane realizzato in collaborazione con Althesys.
La nuova Direttiva europea Rinnovabili, che dovrebbe essere recepita entro la fine di questo mese, stabilisce il rispetto del limite di due anni per le procedure degli impianti rinnovabili. Secondo l’indagine, però, il ritardo medio nel nostro Paese raggiunge quasi i 6 anni, che si vanno ad aggiungere ai 2 anni previsti dalla legge. Le imprese italiane sostengono inoltre i costi più alti d’Europa per ottenere l’autorizzazione di un impianto rinnovabile.
Il mancato raggiungimento degli obiettivi del Green Deal avrebbe impatti molto negativi sul sistema energetico ed economico italiano, in termini di competitività delle imprese, qualità della vita, oneri per i consumatori, oltre che sull’ambiente e sulla salute. I benefici a rischio sono stimati in circa 100 miliardi di euro al 2030, dati dall’insieme di ricadute dirette in Italia degli investimenti, dagli effetti netti sul sistema economico e dalla riduzione delle emissioni.
La molteplicità delle istituzioni coinvolte e la mancanza di un soggetto competente unico e centralizzato in grado di gestire interamente il procedimento genera un sistema farraginoso, complesso e stratificato, nel quale manca un adeguato coordinamento delle attività e un’unicità di indirizzo. Criticità che fanno sì che il 46% dei progetti presentati non venga realizzato.