La sanità Toscana e i troppi… strapuntini
Da Gennaro (Roberto) Caruso di Livorno riceviamo:
Sul quotidiano di Livorno il Tirreno ho letto l’editoriale del direttore che mostra alcune delle cose che non vanno nel settore sanitario della Toscana. Ha perfettamente ragione e vorrei aggiungere che, se siamo a questo punto, ciò è dovuto al metodo con cui è stata organizzata la nostra sanità; che poi è quello utilizzato anche in tutti gli altri settori. Sono convinto che la Toscana si meriti il primo premio per la realizzazione di un’infinità di enti, fondazioni e altro con poltrone, sedie, sgabelli e strapuntini la cui utilità è difficilmente dimostrabile. Tutta questa caterva di posti di lavoro (sic!) impegna personale, dai massimi dirigenti all’ultimo impiegato, che, ovviamente, avendo la necessità di dimostrare la propria presenza, può solo appesantire le procedure burocratiche. Purtroppo, questo meccanismo perverso dà luogo a inefficienza e scoraggia l’eventuale personale in gamba a dare il meglio di sé. Credo di non sbagliare dicendo che basterebbe iniziare a ridurre di almeno il 30% gli apparati amministrativi di tutti gli enti che fanno capo alla Regione Toscana o che vengono finanziati da essa e, mentre nessuno si accorgerebbe della loro scomparsa, dare l’incarico a qualche grande e super collaudata società del settore digitale di informatizzare i vari aspetti relativi alla gestione della cosa pubblica e dei servizi al cittadino. Sarà poi sorprendente vedere come l’informatizzazione (ben diversa da quella attuale) renderà superflue un’ulteriore miriade di persone che, poi, sono quelle che fanno andare la Regione come un’auto con il freno a mano tirato.
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Premesso che il problema dell’eccesso di burocrazia (e di burocrati) non investe solo la sanità della Toscana, il nostro lettore ha toccato uno dei punti davvero dolenti dell’organizzazione – o la disorganizzazione – degli apparati pubblici delegati a fornire i servizi ai cittadini. Troppo spesso siamo più vittime che non utenti, sottoposti a incredibili odissee anche per ritirate una medicina prescritta dal nostro medico. Il quale a sua volta viene controllato e spesso vilipeso da un’occhiuta macchina burocratiche che lo invita – usiamo un termine addolcito – a non fare troppe ricette eccetera. Caro Caruso, quello che lei ha letto nell’editoriale del direttore de Il Tirreno è condivisibile totalmente. Ma potremmo aggiungere altre critiche, altre lamentele suffragate da esperienze anche personali. E non ci consola sapere – anche in questo caso per esperienza personale – che ci sono settori pubblici dove per superficialità, ignoranza o addirittura protervia, le cose vanno ancora peggio. Le regaliamo il commento di Linus, uno dei personaggi centrali della storica striscia americana dei Peanuts. Eccolo nella vignetta.
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