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Ministero per il mare

Umberto Masucci

GENOVA – “Gli appelli e le riflessioni che si stanno riproponendo da parte del Propeller e della Federazione del Mare – scrive in una sua nota il direttore di Assiterminal Alessandro Ferrari – come sottolineato recentemente da Umberto Masucci e Mario Mattioli rientrano nel solco della migliore espressione dell’unità di vision del composito cluster della blue economy: l’economia del mare (in senso lato) o della logistica dei trasporti (se vogliamo dare un’accezione più sistemica alle dinamiche produttive del settore che cerca di riemergere agli onori delle cronache e dell’attenzione politica e programmatica del Paese) necessiterebbe di una maggiore incisività anche amministrativa (e di conseguenza di un efficacia nella pianificazione e attuazione di misure concrete di sviluppo) da parte del Governo.

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“Concentrarsi sull’istituzione di una governance istituzionale ad hoc non è né una velleità, nè una suggestione – continua Ferrari – dovrebbe essere un esigenza concreta e strategica del sistema Italia anche per meglio “mettere a terra” le opportunità del NGEU e le mission di prospettiva in esso contenute.

“Probabilmente la “Politica” riuscirebbe su questo tema anche a dare una lettura non cencelliana, cogliendo nel contesto attuale questa opportunità: e come spesso accade, l’obiettivo non si realizza necessariamente attraverso un percorso funzionale a “quale strumento” ma attraverso una chiara consapevolezza e volontà di realizzare un progetto con una sua chiare visione e una mission: mettere al centro delle priorità lo sviluppo di un comparto strategico per il sistema produttivo italiano qual è il nostro!

“Ciascuno di noi (intesi come parte integrante del cluster) necessita di semplificazione normativa, di individuare chiaramente quali sono gli interlocutori decisionali e di un sistema di regole trasparenti e uniformi, di sviluppare sinergicamente i processi di digitalizzazione, di avere un sistema di norme sul lavoro e sulla formazione che promuovano lo sviluppo, di una razionalizzazione dell’articolato fiscale (solo per citare alcuni asset) dipanando la rete dei decisori e dei soggetti attuatori.

“Anche nel corso del dibattito all’interno del nostro recente convegno “tassazione porti e governance portualità” sono emerse queste istanze, ancor più avvalorate da alcuni distinguo che hanno però evidenziato come, sul merito, ci sia convergenza, unità di intenti e anche voglia e bisogno di fare squadra.

“La maturità di questo settore crediamo si veda proprio in queste circostanze: al di là dei legittimi e normali distinguo che animano la dialettica e il business, i temi della governance, delle regole, dell’integrazione delle infrastrutture tecnologiche e delle reti di collegamento, di una pianificazione industriale sinergica al sistema logistico e turistico, della sensibilità (anche necessitata, perché no) alle problematiche degli impatti ambientali e sociali (legame con il territorio e il suo tessuto collettivo in una visione non localistica ma come sommatoria di persone, opportunità e sostenibilità) sono solo alcuni degli aspetti sui quali le istanze e i loro presupposti sono comunemente orientati.

“Quindi promuoviamo tutti il “si” a un’ Istituzione (Ministero, Sottosegretariato alla Presidenza del Consiglio, Dipartimento ad hoc con deleghe armonizzanti…) che colletti in se stessa funzioni e professionalità, passione e determinazione nel sistematizzare l’attuale frammentazione burocratico amministrativa di cui soffre da più di vent’anni questo mondo: se altri paesi anche UE si sono già mossi in questa direzione è evidente che quello che stiamo dicendo non è velleitario.

“Ci sono, nella pubblica amministrazione, profili e professionalità da valorizzare – conclude Ferrari – con un progetto chiaro e ambizioso, ma negli anni abbiamo visto depauperate risorse e autorevolezza: questo potrebbe essere davvero il momento di rilanciarle in un win-win davvero funzionale al Paese: e se per questo si dovranno creare nuove “poltrone” sarà per una volta finalizzato anche alla composizione del bene pubblico o collettivo”.

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Anche la Federazione Italiana Piloti dei Porti sostiene con forza l’appello inviato al Governo dal presidente dell’International Propeller Clubs Umberto Masucci e dal presidente della Federazione del Mare e di Confitarma Mario Mattioli, per l’istituzione di un Ministero del Mare. L’economia del mare rappresenta per il nostro Paese un valore enorme di 34 miliardi di Euro (2% del PIL) e offre occupazione a oltre 530 mila persone. Numeri importanti che richiedono da anni l’istituzione di un Ministero del Mare o di una sede politico – amministrativa dedicata, con il preciso scopo di coordinare e gestire tutte le attività di un settore strategico e fondamentale come quello marittimo. Pur consapevoli del difficile momento che il nostro Paese si trova ad affrontare, crediamo fermamente che il Ministero del Mare possa rappresentare un punto di svolta per tutto il cluster marittimo italiano, un’unica guida capace di cogliere nuove opportunità e dare nuovo slancio per innovare e rilanciare la portualità del nostro Paese, facendo dell’Italia il fulcro dell’industria marittima del Mediterraneo.

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Pubblicato il
27 Gennaio 2021
Ultima modifica
28 Gennaio 2021 - ora: 14:29

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