Meno morti sulle strade in nove mesi di circolazione
ROMA – Diminuisce in maniera significativa (doppia cifra), la mortalità stradale in Italia. Le stime ACI-ISTAT – relative ai primi nove mesi del 2020 – evidenziano un calo, rispetto allo stesso periodo del 2019, di incidenti con lesioni (-29,5%), vittime (-26,3%) e feriti (-32%). Non è una gran soddisfazione, rispetto ai quasi 70 mila morti per Covid: ma almeno qualcosa il lockdown ha fatto.
Dal 1° gennaio al 30 settembre scorso i 90.821 incidenti hanno causato 1.788 morti e 123.061 feriti. Il drastico calo della mortalità rilevata nel periodo di riferimento, però, non ci consente ancora di raggiungere l’obiettivo europeo di riduzione del 50% delle vittime della strada entro il 2020. Nei primi nove mesi di quest’anno, infatti, il numero dei morti è calato del 43,1% rispetto al 2010 e del 66,4% rispetto al 2001.
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Ma attenzione: secondo gli esperti dell’ACI e dell’istituto di statistica nazionale ASTAT il miglioramento del fenomeno dell’incidentalità stradale non è la diretta conseguenza di comportamenti virtuosi o legata al miglioramento della sicurezza stradale. Il contributo maggiore, che ha influito in maniera determinante, è stato il periodo del lockdown imposto dai decreti governativi per contenere la diffusione del contagio da Covid-19.
La riduzione dei sinistri è, soprattutto, il risultato del blocco quasi totale della circolazione dal mese di marzo e fino a maggio scorso. Nel periodo gennaio – settembre 2020 le percorrenze medie sulle strade extraurbane principali sono calate del 23%, mentre le nuove iscrizioni di auto del 33%. Diminuzioni più sensibili sono state registrate nei primi sei mesi dell’anno ed in particolare ad aprile, in pieno lockdown.
Questi risultati dovrebbero convincere che occorre ancora insistere sull’educazione stradale specialmente nei confronti dei giovani. Perché una parte non marginale delle vittime degli incidenti stradali appartiene a quell’età che troppo spesso spinge sull’acceleratore, anche a tarda notte e dopo abbondanti libagioni. Vite troncate quasi sul nascere, in tempi già colpiti dalla pandemia che non risparmia nessuno.
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