Soffrono i porti USA ma solo sull’Atlantico
NEW YORK – I segnali sono controversi: ma le prese di posizione ufficiali indicano che i porti atlantici degli Usa, in particolare New York e New Jersey, hanno pesantemente subito la riduzione dei traffici per l’epidemia del Covid: tanto da chiedere un contributo statale di 3 bilioni di dollari per rimettersi in carreggiata. In caso contrario, dice un report dell’Autorità portuale dei due scali, diventano a rischio quasi centomila lavoratori tra diretti e indotto. Tra gli interventi richiesti, la velocizzazione della cena logistica e il potenziamento dell’aeroporto JF Kennedy in particolare per il cargo. Kevin O’Toole, presidente dell’Autorità, ha ricordato che senza gli sforzi operativi dei due soli sarebbe stato impossibile provvedere a tutti i rifornimenti anche medici e di supply per contrastare l’espandersi della pandemia.
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Se i porti USA atlantici soffrono, quello sul Pacifico, in particolare Los Angeles, stanno invece tornado velocemente ai livelli pre-crisi: il tutto per la formidabile ripresa dell’economia del sud est asiatico, dalla Cina al Vietnam. Quest’ultimo paese sta diventando la nuova groviera degli Usa per le “fabbriche cacciavite” e per l’artigianato di alto livello, come un tempo era la Corea del sud oggi diventata anch’essa grande potenza industriale.
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