Se Assoporti è ignorata dal governo
ROMA – Se non altro, è una presa d’atto – coraggiosa, perché non si nasconde più dietro il dito della rappresentatività – del cessato “feeling” tra governo e associazione.
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Con la sua nota dei giorni scorsi, il presidente di Assoporti Francesco Nerli ha formalmente protestato con il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta e per conoscenza con i ministri Frattini e Matteoli, perché Assoporti non conta più niente, non viene nemmeno consultata nelle scelte di programmazione portuale, è ormai sistematicamente ignorata.
L’occasione è stata la presentazione del progetto della piattaforma logistica dell’Alto Adriatico alla Farnesina, di cui abbiamo già parlato. Ecco la nota di Nerli.
“Pregiatissimo sottosegretario, spettabili ministri, abbiamo appreso dagli organi di informazione, che mercoledì 15 dicembre si è tenuta presso la sede del ministero degli Affari Esteri la presentazione (ufficiale, si deve ritenere avendo riguardo alla sede scelta) del progetto di creazione di una Piattaforma Logistica nell’Alto Adriatico finalizzata a creare una porta di accesso da e per l’Estremo Oriente a servizio dei mercati: del Nord Italia, del Sud della Germania, dell’Austria, della Svizzera e di altri Paesi dell’Est Europa e dei Balcani Occidentali.
“Pur valutando positivamente ogni iniziativa mirata al potenziamento del sistema delle infrastrutture nazionali, suscita forti perplessità in Assoporti, associazione cui aderiscono anche le Autorità Portuali, ovvero gli enti pubblici cui ex lege sono affidati i compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento promozione e controllo delle attività esercitate nei principali scali marittimi nazionali, che un’iniziativa di tale spessore non veda, e finora non abbia visto, alcun effettivo e concreto coinvolgimento delle Autorità Portuali dell’Alto Adriatico e che si svolga al di fuori di quel processo (“cabina di regia”) proposto dal Governo nell’allegato IV “Programmazione delle infrastrutture strategiche” allo schema di Decisione di Finanza Pubblica per gli anni 2011-2013 e approvato dal Parlamento.
“Ciò appare in contrasto con il vigente contesto normativo ed è fonte di vive preoccupazioni di tutti i nostri associati, preoccupazione espressa anche dal Consiglio Direttivo dell’Associazione, giacché, eventuali percorsi al di fuori delle ordinarie procedure, si porrebbero in conflitto con principi di omogeneità e di equa concorrenza tra porti; sarebbero quindi a rischio di censura anche in sede europea”.
Che Assoporti fosse finita, come dire, nel dimenticatoio da parte del governo, lo si è visto ormai da tempo. C’è chi attribuisce la cosa alla scarsa simpatia tra il ministro Matteoli (cecinese della provincia di Livorno) al presidente Nerli (rosignanino della stessa provincia ma anche ex senatore del Pci ed ex presidente di ben due Port Authority con una coda di polemiche e di inchieste) e c’è chi invece ritiene che Assoporti abbia perso peso perché incapace di fare proposte concrete e unanimi, spaccata anch’essa in correnti più politiche che tecniche. Lo stesso richiamo di Nerli alla “cabina di regia” che di fatto non è mai stata attivata, è significativa. E preoccupante.
A.F.
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