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Il Covid-19 sta massacrando il mercato auto

TORINO – Il Covid-19 sta massacrando il mercato dell’autore non solo in Italia. Tanto che anche il trasporto delle vetture nuove, uno dei più importanti nel comparto della logistica portuale, è in brusca frenata. E i piazzali dei porti specializzati, come Livorno, si stanno saturando.

I dati forniti dall’UNRAE, l’associazione delle case automobilistiche straniere che operano in Italia, sono pesanti: a marzo sono state vendute complessivamente in Italia 28.326 autovetture contro le 194.302 del marzo 2019. Siamo tornati ai livelli degli anni sessanta secondo il Centro Studi Promotor. Drammatici i dati del gruppo FCA: a marzo ha venduto solo 4.694 auto, il 90,34% in meno del marzo 2019. Me nessuna marca sta bene. E il comparto auto, che in Italia ha circa 150 mila addetti, sta rischiando grosso. L’automotive copre circa il 10% del PIL italiano e le conseguenze sulla situazione economica nazionale sono a rischio collasso. Il governo è stato sollecitato ad allargare l’ecobonus e il riallineamento agli standard europei per i veicoli aziendali con ammortamento al 100% sui prezzi fino a 50 mila euro a furgone. È stato calcolato che anche il fisco ne avrebbe un significativo guadagno.

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Nel porto di Livorno, che ad oggi ha il record degli sbarchi di auto nuove, la caduta verticale delle vendite sta generando un sovraffollamento delle aree di stoccaggio, in particolare di quelle a ridosso delle banchine. “C’è ancora un pò di ricettività possibile all’autoporto del Faldo – ci ha dichiarato Marco Dalli per conto di CILP – ma i piazzali retroportuali a breve saranno al collasso. Si tratta di auto giunte via mare che i concessionari al momento non ritirano per la caduta delle vendite.” Gli arrivi al momento continuano, in particolare dagli stabilimenti inglesi, turchi e coreani, ma ci sono già segnali di un forte rallentamento che si accentuerà nelle prossime settimane.

“Per far fronte alla prevista frenata abbiamo già attuato provvedimenti per i lavoratori – riferisce ancora Dalli – in particolare con gli ammortizzatori sociali. Per fortuna l’altro importante traffico del nostro porto, quello della cellulosa, sta proseguendo senza sognali di riduzione, il che ci consente di tenere duro. Ma il porto indubbiamente soffre”.

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Pubblicato il
8 Aprile 2020

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