Dalla posidonia spiaggiata tanti oggetti biodegradabili
FIRENZE – Dalle spiagge dove troppe volte diventa rifiuto costoso da gestire all’utilizzo come materiale organico per oggettistica d’uso corrente. È il progetto che con il supporto dell’università fiorentina, i comuni costieri toscani dell’ATO 6 hanno presentato di recente. Destinazione della posidonia spiaggiata, quindi morta, una lavorazione da svolgere in loco, separando la fibra organica dal supporto e integrandola con bioplastica: il tutto per comporre contenitori biodegradabili per il pescato, per l’esposizione e il trasporto della frutta, per cestini di raccolta dei piccoli rifiuti urbani, eccetera.
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I comuni di Follonica e Castiglione della Pescaia hanno già aderito, con le prime mappature delle spiagge. Il progetto si chiama, ovviamente “Poseidon” ed è stato presentato da “Sei Toscana” nelle rispettive sale consiliari. Naturalmente c’è il pieno rispetto delle praterie subacquee della posidonia viva, che è una pianta spessore (e non un’alga) fondamentale per il ciclo vitale di molte specie animali: una vera a propria “nursery” ed anche indicatore dello stato di salute del mare.
La posidonia morta che le mareggiate depositano sulle spiagge è l’equivalente delle foglie degli alberi che il vento trasporta ed ammucchia nei boschi e nei giardini. Per anni la rimozione di queste “foglie” del mare è stata difficile e costosa, perché equiparate a rifiuti speciali, da mandare agli inceneritori o da interrare nelle spiagge stesse. Se il progetto andrà avanti, sarà un altro successo della ricerca applicata per un mondo di tutti i giorni ancora più “green”.
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