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Tassa sui TEUs, anzi no

Luigi Merlo

ROMA – Non si può che commentare: non c’è mai limite al peggio. Nella ricerca spasmodica, e un pò frastornata, di nuove fonti di prelievo fiscale, Assiterminal sottolinea che “Apprendiamo sbigottiti l’approvazione in Commissione finanze della Camera dei Deputati dell’emendamento al DL Fiscale che prevede l’istituzione di un contributo unificato sui container sbarcati e imbarcati nei porti dello Stato, anche se non contenenti merci”. Un provvedimento – continua Assiterminal – che di fatto aumenta i costi complessivi gravanti sull’import/export delle merci.

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“È evidente che se un tale provvedimento dovesse passare – scrive l’associazione – si tratterebbe dell’ennesimo colpo alla competitività del sistema portuale e logistico del nostro paese. Non discutiamo il merito: l’Agenzia delle Dogane svolge un ruolo che rispettiamo e che promuoviamo ma si devono ricercare le risorse per “rafforzare la vigilanza sulle merci” nelle “normali” entrate dell’erario. Stessa osservazione vale per la previsione di attingere alle risorse per l’autonomia finanziaria delle Autorità Portuali e finanziamento della realizzazione di opere nei porti (art.18 bis, L.84/94) per ri-finanziare UIRNet.

Tali provvedimenti sembrano essere decontestualizzati dallo scenario generale: già soffriamo sul tema delle infrastrutture (i fatti liguri e veneti sono sotto gli occhi di tutti, solo per citare gli esempi più recenti). Chiediamo a gran voce l’intervento del ministro De Micheli così come la cabina di regia sulle tematiche della tassazione dei canoni concessori e del regolamento sulle concessioni portuali.

“Auspichiamo certamente un processo di “semplificazione degli adempimenti gravanti sugli operatori” ma non certamente nei termini previsti da simili emendamenti che scaturiscono da chissà quale visione politico-economica e chiediamo pertanto siano stralciati”.

Sempre da Assiterminal: “Siamo appena reduci da un “rinsavimento” della politica in merito al rientrato emendamento che avrebbe istituito un “contributo unificato sulla merce” che spunta una ipotesi “Robin Tax” che prevede un aumento del 2% sull’IRES “…sul reddito derivante dalle attività svolte sulla base di autorizzazioni e concessioni portuali rilasciate ai sensi degli art 16 e 18, L.84/94”.

Attoniti è l’aggettivo più appropriato. Anche su questo provvedimento non entriamo sul merito “al fine di realizzare interventi volti al miglioramento della rete infrastrutturale e dei trasporti” che ovviamente trova non solo la nostra categoria ma tutto il cluster vicino al Governo, ma non possiamo esimerci dal sottolineare ancora una volta che simili iniziative inerziano il settore della portualità! Chiediamo pertanto – conclude Assiterminal – un “ravvedimento operoso”!.”

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“Bene la marcia indietro sulla tassa sui container, avvenuta grazie anche al fatto che Federlogistica-Conftrasporto ha segnalato tempestivamente la cosa. Quello che è accaduto è stato comunque un campanello d’allarme”. A dirlo è il presidente di Federlogistica-Conftrasporto Luigi Merlo.

“Occorre una costante regia della politica portuale da parte del MIT per evitare le periodiche intromissioni di altre dicasteri – spiega Merlo – La dimostrazione viene dall’assurdo provvedimento che introduce la Robin Tax per i concessionari portuali art 18, ma anche, ancor più assurdo, per gli articoli 16”.

“Il provvedimento è iniquo e discriminante perché i canoni sulle concessioni portuali in Italia sono disomogenei a causa del fatto che il Ministero dei Trasporti non ha mai emanato l’apposito regolamento e ART non ha reso omogenei i canoni. In questo modo a essere penalizzati saranno ancor di più coloro che pagano già di più. Questo accanimento sulla portualità non ha precedenti e sarebbe interessante capire gli ispiratori di provvedimenti suicidi come questi”, prosegue il presidente di Federlogistica.

“Preoccupa il silenzio sui provvedimenti che devono essere emanati, relativi allo spazio marittimo che, se non ben concepiti, potrebbero avere impatti rilevantissimi su tutta la Blue Economy”, aggiunge Merlo.

“Se il ministro De Micheli intende tenersi la delega deve adeguatamente strutturare l’organizzazione, far funzionare la conferenza nazionale e seguire costantemente tutte le questioni aperte, che sono molte, oppure deleghi un sottosegretario che a tempo pieno segua le politiche portuali e della logistica”, conclude Merlo.

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Pubblicato il
7 Dicembre 2019

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