Talk-showangoscesperanze
LIVORNO – Forse la penserete in modo diverso dal sottoscritto: e non sarebbe un gran danno. Ma comunque la pensiate, dovrete convenire che a seguire in questi giorni l’alluvione di talk-show alla Tv in chiave pre-elettorale, se ne esce con una sensazione di angoscia che prende alla gola. Angoscia per un paese politicamente sfasciato, dove tutti sono contro tutti – alleati compresi – e dove non si capisce bene se domani, ovvero tra una ventina di giorni, ci aspetterà l’ennesima stangata fiscale del “dopo elezioni” (passata la festa, gabbato lo Santo) oppure l’alba radiosa di un anno felicissimo, come aveva promesso il premier Conte.
Direte che è la politica. Dai tempi di Catone il censore, nell’antica Roma, c’è sempre stato l’annuncio funereo di un futuro prossimo di lacrime e sangue. Poi Roma ha conquistato il mondo di allora, ha imperato nel “Mare nostrum”; e se ultimamente ha qualche problema di spazzatura, beh non è la sola. Consoliamoci semmai con l’ironia di un certo Pittigrilli che diceva: le strade italiane sono sporche ma le case pulite; le strade inglesi sono pulite ma le case non altrettanto. Se ci può consolare…
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Dove voglio arrivare? Voglio arrivare alla constatazione che la feroce guerra della politica tra politici sembra ignorare alcuni dei reali temi del Paese. Compreso quello di una logistica che funzioni meglio, di infrastrutture urgenti che invece ritardano, di riforme che non arrivano mai (compresa l’attesa riforma della riforma della riforma dei porti).
C’è una consolazione: che gli imprenditori, cioè tutti coloro che sfangano ogni giorno per portare avanti aziende e servizi, continuano eroicamente a sfangarla. Massacrati dalla burocrazia, dal codice degli appalti invano “riformando”, dal gran circo mondiale delle guerre commerciali con relativi nuovi dazi, dalle piccole quotidiane vessazioni di normative applicate a volte a capocchia, dai cento ritardi delle sentenze e altro ancora, continuano come la falange macedone a spingersi eroicamente avanti, a produrre, investire, credere nel futuro. Non tutti, ma tanti. E per qualcuno che getta la spugna, altri perseverano, si lanciano, sfidano.
Posso azzardarlo? Sono loro, più di chi ci governa, ci ha governato e forse ci governerà, la speranza di un Paese migliore. Auguri.
Antonio Fulvi
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