Un mare davvero “plastic free” e con le meduse… a tavola!

Nella foto: Una medusa commestibile, la rhizostoma pulmo frequente anche nei nostri mari.
LIVORNO – Preservare il mare: in rotta verso una mentalità plastic free. Un tema affascinante, sia pure con risvolti pieni di preoccupazione. E il convegno dedicatogli nel quadro delle manifestazioni collaterali della “Settimana velica” all’Accademia Navale livornese si è presto articolato su due progetti di largo respiro: la relazione del dirigente europeo della Dg sulle “tecnologie della salute, per l’Ambiente e per i Consumatori” dottor Carlo Pettinelli e quella della ricercatrice dell’istituto delle scienze delle produzioni alimentari di Ispra-Cnr dottoressa Antonella Leone. Ad ascoltarli, alcune decine di allievi dell’Accademia ma anche i vertici dei circoli nautici livornesi e, all’inizio del convegno, lo stesso ministro della difesa Elisabetta Trenta e il capo di stato maggiore della Marina Militare ammiraglio Valter Girardelli.
Una premessa: nel saluto di apertura, sia il ministro che l’ammiraglio hanno parlato dell’impegno delle forze armate, con la Marina in testa, sull’ambiente e per l’ambiente. Significativa anche la firma, effettuata all’inizio del convegno, della “Charta Smeralda”, un protocollo contenete un codice etico per la tutela dei mari con interventi concreti, immediati e mirati. Hanno firmato la Charta non solo ministro Trenta e l’ammiraglio Berutti Bergotto per la marina ma anche l’ammiraglio Pierpaolo Ribuffo, comandante dell’Accademia, il sindaco di Livorno Filippo Nogarin e il dottor Andrea Mazzoni presidente dell’associazione dei circoli velici livornesi. Il convegno è stato preceduto da un breve saluto del nostro direttore Antonio Fulvi nella veste di delegato regionale toscano dell’associazione ambientalista Marevivo, a nome della presidente nazionale Rosalba Giugni, che ha voluto in particolare ringraziare per il continuo supporto la Marina, l’ammiraglio Ribuffo, il sindaco Nogarin e il direttore marittimo della Toscana ammiraglio Giuseppe Tarzia.
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La relazione Pettinelli si è articolata, con una serie di slides, sui provvedimenti per un mare plastic free che l’Unione Europea sta varando a ritmo accelerato. Premesso che la plastica è un materiale per molti versi insostituibile nell’economia contemporanea, Pettinelli ha ricordato che è fondamentale un’educazione di base delle persone perché ne facciano un utilizzo consapevole, specie nello smaltimento. Da qui le direttive UE per progressive restrizioni di vendita di prodotti non smaltibili e sostituibili con altri più ecologici.
Altrettanto interessante la relazione della ricercatrice Antonella Leone: che ha fatto capire all’attento auditorio come certe famiglie di meduse possano diventare domani un alimento anche per il mondo occidentale.
Il cambiamento climatico globale e l’impatto delle attività umane sugli ecosistemi marini – ha ricordato – stanno portando ad una riduzione del numero di pesci negli oceani e all’aumento di fastidiose e a volte pericolose proliferazioni di meduse. Il progetto GoJelly, coordinato dal GEOMAR, Helmholtz Center for Ocean Research (Germania), si propone di cambiare questa percezione utilizzando le meduse come risorsa per la produzione di filtri per microplastiche, di fertilizzanti, mangimi e alimenti. L’Unione Europea finanzia il progetto GoJelly nell’ambito del programma quadro Horizon2020 con 6 milioni di euro.
Un consorzio di 15 fra Istituzioni Scientifiche e Aziende provenienti da otto Paesi coordinato da GEOMAR Helmholtz Center for Ocean Research di Kiel ha proposto un’idea innovativa. Mediante il progetto GoJelly, finanziato dall’Unione Europea con sei milioni di euro per un periodo di quattro anni, si cercherà di utilizzare le meduse facendole diventare una risorsa. “Nella sola Europa, la specie aliena Mnemiopsis leidyi introdotta mediante le acque di zavorra, raggiunge una biomassa di un miliardo di tonnellate”, dice la Dr. Jamileh Javidpour di GEOMAR, coordinatore del progetto GoJelly.
Nel progetto, la Dr. Antonella Leone e i suoi colleghi presso il CNR-ISPA di Lecce, in Puglia, studieranno le caratteristiche biochimiche / nutraceutiche / microbiologiche e nutrizionali delle meduse del Mediterraneo e dei mari Europei per il loro possibile sfruttamento come alimento, ingrediente importante di una dieta ricca di proteine.
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