Guerra per le trivellazioni l’Adriatico va allo scontro
BARI – Una nuova guerra, come se non bastassero, è partita in basso Adriatico. E’ quella innescata dalla recente autorizzazione del governo, nell’ambito dei decreti “Sblocca Italia” per la ricerca petrolifera e del gas in mare e in terra. Ricordando che già l’Adriatico ha avuto l’esperienza dei pozzi di ricerca degli idrocarburi e che davanti a Ravenna e anche Rimini esistono ancora oggi i “paguri” delle trivellazioni senza che nessuno se ne lamenti.
Contro le nuove trivellazioni si sono scatenati i “no-Triv”, sulla traccia dei tanti “no” che sono fioriti da sempre in questo paese. I ministri del MIT e dell’Ambiente si sono trincerati dietro dichiarazioni contraddittorie. La politica si divide. In campo è sceso anche Giachetti (Pd) con il suo comitato elettorale che scrive a sostegno delle ricerche. “Bene Di Majo ad aver tramite il suo ministero – scrive – autorizzato le concessioni per nuovi idrocarburi. Il decreto sblocca Italia è la madre del rilancio economico, energetico e geopolitico italiano, la politica di sviluppo che il premier Renzi ebbe il coraggio di ipotizzare e progettare per l’Italia sfidando una corrente che poi lo seguì boicottando il fallimentare referendum antitriv.
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I cittadini italiani capirono che nonostante la campagna di terrorismo ambientale portata avanti dai no no no capitanata da certi cacicchi locali che poi per fortuna la legge ha allontanato dal Pd, non vi è alcun pericolo ambientale nella ricerca oltre le dodici miglia. E che è da stupidi non sfruttare le risorse del nostro paese rimanendo schiavi degli altri continenti.
“Non saranno le nostre antitetiche linee politiche su democrazia, migrazioni, economia, giustizia, a impedirci di ripercorrere le linee del Pd sulle questioni cruciali dell’industria del paese.
“Non puntiamo ad accordi con loro, ne a raccattare i loro scontenti piegandoci alla loro agenda. Abbiano la nostra che è quella di andare avanti a sbloccare l’Italia.
“E a dispetto delle fandonie promesse in campagna elettorale, i 5stelle hanno poi confermato una volta al governo la linea industialista dell’ultimo Pd, confermando che quel piano, ilva, tap, industry 4.0, era imprescindibile per lo sviluppo dell’Italia”.
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