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Decreto Genova: Fedespedi contro il balzello

Roberto Alberti

MILANO – Ci risiamo con le tasse “occulte”, che poi occulte non lo sono affatto. Il Governo – ha scritto Fedespedi in una sua nota – ha inserito nel Decreto Genova – nel suo iter di conversione in legge alla Camera – un emendamento all’art.37 comma 6 lettera b) del d.l. 201/2011 (convertito in legge, con modificazioni, dalla l. 214/2011), che modifica la disposizione che disciplina il contributo dovuto all’Autorità di Regolazione dei Trasporti (ART). Tale modifica prevede che l’ART possa richiedere tale contributo non più soltanto ai gestori delle infrastrutture e dei servizi regolati, ma anche a tutte le imprese che operano nel mercato del trasporto, comprendendo tutti gli operatori economici del settore della logistica. Già in precedenza Confetra, con una nota di Nereo Marcucci, aveva denunciato la “manina” che aveva inserito l’emendamento-trappola.

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È importante ricordare – continua la nota di Fedespedi – che dal 2015 l’ART persiste nel richiedere il contributo per il suo finanziamento anche alle imprese private di trasporto e logistica, nonostante queste attività non siano tra quelle regolate dall’Autorità stessa. In merito, Fedespedi e Confetra – insieme a Fedit, Assologistica, Federagenti, Anita, Trasportounito-Fiap e l’Associazione Nazionale delle Cooperative di Servizi – hanno già ottenuto importanti vittorie: due sentenze del TAR del Piemonte (n.287 dell’8 marzo 2018 e n.631 del 21 maggio 2018) hanno dato ragione alle associazioni di categoria e accolto i ricorsi presentati da queste ultime contro le delibere dell’ART. Nei ricorsi, inoltre, è intervenuta in via pregiudiziale anche la Corte Costituzionale (pronuncia n. 69/2017 ), che ha sancito che l’ART può richiedere il contributo solo ai soggetti “effettivamente” regolati e che beneficiare della regolazione non significa essere regolati.

Ora questa nuova disposizione in favore dell’ART – inserita in un Decreto (c.d. Decreto Genova) che dovrebbe contenere solo misure specifiche e urgenti per far fronte alle criticità emerse dopo il crollo del Ponte Morandi – rischia di mettere in ginocchio oltre 200.000 imprese del settore, le quali vedrebbero addebitarsi un costo aggiuntivo (fino all’uno per mille del fatturato dell’ultimo esercizio) per lo svolgimento della propria attività imprenditoriale. Il costo complessivo stimato a carico del settore sarebbe di 19 milioni di euro l’anno (secondo una elaborazione del Centro Studi di Confetra sull’anno di esercizio 2017).

La reazione del presidente di Fedespedi Roberto Alberti, rispetto alla scelta del Governo è durissima: “Con questa presa di posizione a favore dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti, ci sembra che il nuovo Governo contraddica se stesso e tradisca le reiterate promesse di alleggerimento dell’imposizione fiscale a carico delle imprese; questo emendamento inserito nel Decreto Genova, infatti, va esattamente nella direzione opposta rispetto a quella auspicata e fa gravare sulle imprese un’ulteriore forma di tassazione, in un settore che è già adeguatamente regolato e che, peraltro, vede coinvolta una pluralità di istituzioni, enti e autorità preposte ai controlli. Ricordo, inoltre, che il settore della logistica è strategico per la manifattura italiana, per l’import e l’export. Dunque, le ricadute di questa decisione potrebbero essere pesanti non solo per il comparto, ma per l’intero sistema produttivo ed economico italiano. Si tratta, infatti, di una decisione che grava le nostre imprese di maggiori costi indebolendo la loro competitività rispetto agli operatori economici e ai sistemi logistici di altri Paesi in Europa. Siamo tuttavia fiduciosi che il Governo, in queste poche ore che precedono l’approvazione definitiva del Decreto, voglia ascoltare la voce unanime del comparto – rappresentato dalla nostra Confederazione generale, Confetra – e possa riconsiderare la propria posizione”.

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Pubblicato il
3 Novembre 2018
Ultima modifica
9 Novembre 2018 - ora: 11:21

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