Per Piccini tutta strada in discesa

Roberto Piccini
LIVORNO – Game out, i giochi sembrano ormai fatti. E in via definitiva, anche se ovviamente nell’ufficialità ogni strada rimane aperta. Roberto Piccini, presidente uscente dal primo mandato nella Port Authority labronica, sarà riconfermato per il secondo mandato per l’accordo ormai intercorso tra le due uniche entità che davvero guidano l’operazione: il ministro dei Trasporti Matteoli e il presidente della Regione Rossi. L’accordo passerebbe attraverso una serie di concessioni che il governo fa alla Regione e la Regione al governo sulle tematiche dei trasporti e delle infrastrutture; soluzione che non deve meravigliare, visto che in politica ci si scanna sui giornali e sulle Tv ma sulle cose serie che premono davvero “basta la parola”.
Ovviamente c’è tutto un rituale da salvare. Che passa attraverso le terne e i relativi nomi. A ieri l’unico dubbio – almeno in chiave ufficiale – rimaneva sui nomi della Camera di Commercio. Perché la riconferma di Roberto Piccini è data per scontata (e concordata) da Comune di Livorno, Comune di Capraia e Provincia. Anche in Camera di Commercio tuttavia chi rema contro Piccini non ha e non avrà campo facile: in particolare il rappresentante del settore portuale, Enio Lorenzini, si è già più volte chiaramente espresso per la riconferma di Piccini e anche il presidente dell’Asamar Silvio Fremura non ha truppe cammellate sufficienti per mettersi di traverso (ammesso che lo volesse).
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Il gioco semmai è tutto sulle “terne”, che quasi certamente potranno essere semplicemente uno o due “ambi” e – se qualche istituzione ama rischiare – anche un nome secco, quello del presidente uscente. Perché rischiare? Perché la legge 84/94 parla di scelta del ministro all’interno di una terna, ma non chiarisce se ciascun ente deve fornire la sua o se va considerata terna (o quaterna, quando gli enti sono quattro come a Livorno, etc.) l’insieme dei nomi espressi dalle tre istituzioni, purché non siano allineate su un unico nome. Insomma, la legge vuole che il ministro abbia un’alternativa: più formale che sostanziale magari, con un secondo nome oltre Piccini che però – per prudenza… – non sia particolarmente gradito al ministro. E così s’intende giocare. Poi, nella sostanza, vale quello che Matteoli e Rossi avranno concordato.
Intanto si aspetta. Domani potrebbe uscire la prima indicazione ufficiale dalla giunta della Camera di Commercio. Ma tutti sono convinti: i giochi sono fatti, Piccini rimane a Palazzo Rosciano per altri 4 anni. Con quale segretario generale? Visto che l’attuale va in pensione, le scommesse si spostano su questa carica; con la curiosità di capire se Matteoli in questo caso avrà o no soddisfazione e la darà ai suoi.
A.F.
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