Le Olimpiadi del cuore a Gorgona

Un momenti del raduno di Gorgona con la processione dedicata all’immagine della Madonna di Montenero.
GORGONA ISOLA – “Le Olimpiadi del cuore”: ma anche l’isola-carcere nel cuore, con una partecipazione non solo ufficiale e formale ma anche affettiva e di trasporto umano all’iniziativa di Paolo Brosio e della sua fondazione. Due giorni, quelli di sabato e domenica, in cui la realtà dell’isola, con i suoi detenuti ma anche con il personale della polizia penitenziaria e dei (pochi) residenti ancora abbarbicati ai suoi scogli, ha potuto uscire dal ristretto circolo di chi sta per diventare quasi universale.
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La cronaca delle due giornate ha visto i momenti “clou” proprio nella parte religiosa, con le cerimonie inter-confessioni, e nella parte sportiva, con le partite di calcio tra detenuti e agenti. Tanti aspetti di varia umanità che però hanno avuto anche una “coda” pratica molto importante: la constatazione che Gorgona deve essere più aperta, non va vista come un luogo di segregazione ma come un’occasione – è stato detto – di rieducazione e di apertura dello spirito. Anche le realizzazioni, il nuovo campo di calcio sull’isola, le testimonianze, sono tutti segnali che aprono alla speranza che la stessa qualità della vita di chi lavora su quello scoglio – si pensi all’isolamento del personale della polizia penitenziaria, spesso più sacrificato degli stessi detenuti – possa migliorare con una maggiore attenzione del mondo “di fuori” e della stessa amministrazione carceraria.
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