Visita il sito web
Tempo per la lettura: 2 minuti

Così l’Europa dei porti castiga l’Italia (concessioni, equipaggi e altri “fastidi”)

LIVORNO – I simboli, come si sa, possono essere interpretati in tanti modi. E noi quello dell’immagine qui a fianco, elaborata dalla nostra grafica Grazia con un pizzico di malizia, lo consideriamo un simbolo dell’Italia dei porti che oggi viene presa a calci dall’Europa. Un’Europa bronzea e nuda, che non solo ci volta le spalle, ma sembra considerare la penisola qualcosa di fastidioso, appunto da calciare.

Fine della simbologia, andiamo sulle cose serie. Mai come in questo periodo da Bruxelles ci stanno arrivando minacce, sanzioni, avvisi di procedure punitive. Nei giorni scorsi abbiamo scritto a profusione della procedura relativa a presunti “aiuti di Stato” sulle concessioni demaniali nei porti. Una minaccia considerata con molta serietà da Assoporti – nei giorni scorsi abbiamo riportato i risultati dell’assemblea straordinaria svolta a Livorno con il presidente Zeno D’Agostino – e che sembra rispondere a esigenze di concorrenza da parte del Nord Europa più che a valutazioni obiettive. Le prime valutazioni parlano di minacciati aggravi fino al 40% alla catena terminalistica se la tesi di Bruxelles dovesse essere subita. Situazione In fieri, vedremo gli sviluppi quando avremo un governo che sappia governare le relazioni con l’Europa.

[hidepost]

Altro grosso attacco è quello relativo agli equipaggi delle navi italiane iscritte al Registro Internazionale. Nel numero scorso abbiamo riportato l’amareggiata difesa di Confitarma: qui a fianco l’altrettanto amareggiata posizione assunta dal gruppo Onorato, che invece ha sposato la tesi dell’UE sulla problematica di coloro che considera “schiavi” sulle navi italiane del Registro Internazionale.

Ad esaminare meglio le posizioni che l’Europa di Bruxelles ha preso e intende prendere sul settore più allargato della logistica, risulta evidente un colloquio tra sordi o quasi malgrado i tanti interventi che si susseguono in questi giorni nella quasi sterminata serie di workshop in  corso nei porti italiani. Analisi a pelle, quindi da prendere con le molle: c’è un senso di fastidio verso la ripresa dei traffici e dell’interesse verso i nostri scali. Dovremo tornarci sopra nei prossimi giorni, a “ponte” festivo digerito e ripresa dell’attività del parlamento. Promesso.

[/hidepost]

Pubblicato il
2 Maggio 2018
Ultima modifica
8 Maggio 2018 - ora: 09:40

Potrebbe interessarti

So che sanno che sappiamo

Niente paura, il gioco di parole del titolo non riguarda voi lettori. Vorrebbe essere, appunto, un gioco rivolto chi continua a ritardare l’attesissima e indispensabile riforma portuale, con annessi e connessi. Sia chiaro che...

Leggi ancora

Drill baby, drill

La guerra dei dazi annunciata da Trump sta innescando una inedita rivoluzione non solo commerciale, ma anche politica. E le rivoluzioni, come scriveva Mao nel suo libretto rosso, “non sono un ballo a corte”....

Leggi ancora

La quiete dopo la tempesta

Qualcuno se lo sta chiedendo: dopo la tempestosa tempesta scatenata a Livorno dall’utilizzo del Tdt per le auto di Grimaldi, da qualche tempo tutto tace: sul terminal sbarcano migliaia di auto, la joint-venture tra...

Leggi ancora