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Interporto Vespucci, il New Deal

LIVORNO – Il comitato di gestione dell’Autorità portuale del Tirreno settentrionale è stato convocato, dopo una lunga pausa, per venerdì prossimo con un ponderoso ordine del giorno che richiederà quasi certamente una seduta fiume. Piccolo ma non secondario dettaglio: a tutto lunedì scorso mancava ancora la designazione ufficiale del rappresentante del Comune, dopo la estromissione del sindaco Nogarin sulla base dell’ultimo decreto “correttivo” della Riforma Delrio. La giunta comunale ha assicurato che il rappresentante del Comune ci sarà. Vedremo.

Se i temi all’esame saranno tanti, compresi quelli di bilancio, quello forse più significativo e urgente riguarda l’aumento di capitale nella Spa dell‘interporto Vespucci. Si tratta di una sottoscrizione di 6 milioni, più altri 3 di acquisti di aree da dedicare alla logistica portuale. L’AdSP ha aspettato fino all’ultimo nella speranza di disporre del primo versamento dalla privatizzazione della Porto 2000, che come noto è ancora ferma ai preliminari ormai da quasi un anno. Poi, dicono anche su pressante sollecitazione del presidente della Regione, l’Authority si è decisa al gran passo, utilizzando in parte riserve proprie, in parte ricorrendo al credito bancario.

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L’aumento di capitale nel Vespucci non è solo un atto economico. Con questa operazione il sistema portuale diventa il primo azionista dell’interporto, che si caratterizza sempre più come retroporto: e come struttura che esce finalmente dall’annoso “pantano” dei disavanzi – il bilancio è per la prima volta in attivo – per presentarsi come area appetita e appetibile non solo sulla logistica ma anche sugli insediamenti produttivi. Proprio nei giorni scorsi, come già riferito, sono stati firmati una decina di protocolli per insediamenti di piccole e medie aziende sovvenzionate dalla Regione. Un’operazione ben più significativa è in corso – compromesso dicono già firmato – con la multinazionale DHL per un grande centro di smistamento merci destinate sia ai traffici marittimi che terrestri ed aerei. Infine è  stato annunciato l’insediamento dell’Hub regionale – che opererà per tutta l’Italia centrale – della farmaceutica, un altro colosso con forti ricadute occupazionali. E altro seguirà.

Prima conseguenza dell’ingresso “pesante” dell’AdSP nel Vespucci sarà, in una assemblea già programmata per i primi del prossimo mese, l’aggiornamento della “governance”. Si accettano scommesse: ma è chiaro che se l’aumento di capitale serve ad “alleggerire” la quota delle banche, comporterà anche un ingresso più operativo dell’AdSP sul ponte di comando, a fianco della Regione che rimane importante. I soci della Spa sono tutti schierati per una conferma dell’attuale amministratore Bino Fulceri, fino ad oggi espressione del MdP ma vero stratega del potenziamento e del rilancio del Vespucci. Dovrebbe essere confermato, forse con la nomina di un presidente espressione del sistema portuale. Quasi certamente il consiglio d’amministrazione sarà snellito. Con la conferma del ruolo tecnico importante ad oggi ben gestito, che sta lavorando fianco a fianco di RFI per il prossimo grande salto di qualità, il collegamento ferroviario diretto su Collesalvetti per evitare l’imbuto pisano e dare al Vespucci un vero, funzionale e veloce raccordo con la rete nazionale.

(A.F.)

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Pubblicato il
25 Aprile 2018
Ultima modifica
30 Aprile 2018 - ora: 09:32

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