La SPIL e il “memento” a Filippi
LIVORNO – Passata la festa, recita un vecchio adagio, gabbato lo Santo. Nella fattispecie labronica: lasciamo pure che la festa della Befana trascorra in pace, poi si ricomincia. Sottinteso: la guerra.
Nel mirino c’è la SPIL, ovvero la società porto industriale del Comune, ormai alla resa dei conti. Titolare dei preziosi terreni (con annessi) della Paduletta, la SPIL come noto ha cercato di levarsi dalla voragine del deficit creando una società di gestione con relativa gara, vinta dall’ISS di Andrea Palumbo con un’offerta di 14 milioni. Ma secondo gli osservatori più smaliziati siamo ancora lontani dalla conclusione e dal salvataggio.
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Ci sono due appuntamenti importanti in vista: il 19 gennaio il tribunale discute la richiesta di Cilp di sospendere il risultato della gara, e il 14 febbraio l’argomento è nell’agenda del Tar della Toscana, sempre su ricorso della Cilp. Per gli esperti di diritto fallimentare, è difficile che il tribunale si pronunci il 19 gennaio senza aspettare il Tar. Ma i tempi stringono e bisogna vedere se i creditori di SPIL vorranno aspettare, visto che il “buco” totale di SPIL si dice sia intorno ai 35 milioni; e i 14 proposti da Palumbo non accontenterebbero certo tutti. Un eventuale concordato, come noto, richiede che almeno il 60% dei creditori sia d’accordo. Possibile, probabile, già concordato? Andrea Palumbo ci sta provando, ma sa anche che i sui 14 milioni hanno bisogno di garanzie solide prima di essere sborsati, per non finire in una burrasca liquidatoria. Sarà, in ogni caso, un inizio d’anno difficile. E qualcuno sussurra come lo spettro di Cesare a Bruto: ci rivedremo a Filippi.
Antonio Fulvi
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