Aggregare di più il mondo logistico
CERNOBBIO – “I porti sono le valvole cardiache di un Paese, perciò devono funzionare bene” ha detto il presidente Confetra Paolo Uggè “servono infrastrutture adeguate per renderli attrattivi, e in tempi rapidi, non come in passato; oggi una soluzione è rappresentata dalle procedure semplificate per alcuni settori, porti compresi, previste nel nuovo codice degli appalti”.
Inaugurato dal ministro Delrio il Forum sui trasporti e la logistica, partecipato anche dal ministro Poletti, da esponenti politici, grandi nomi dell’industria ed esperti del settore, nella sua seconda giornata ha visto la portualità in primo piano. Tutti i partecipanti al dibattito hanno riconosciuto il valore del lavoro svolto dal MIT; lo ha fatto chiaramente Luca Becce, presidente Assiterminal, apprezzando l’aver messo al centro della Riforma la funzione strategica delle infrastrutture di collegamento nel cercare di colmare il deficit italiano della capacità di inoltro delle merci, ma nel contempo ha chiesto alla politica di essere soggetto “unificante” per procedere rapidamente ad avviare un impianto pronto ormai da tempo e sciogliere finalmente i nodi rimasti: dai dubbi interpretativi legati ai Comitati di Gestione alla questione dell’ICI e dell’IMU sulle aree scoperte che rischia di deflagrare nei terminal italiani, ma soprattutto il tema di fondamentale rilevanza del lavoro portuale, non affrontato dalla Riforma, con ancora diversificazioni tra porto e porto, che mette a rischio in parte quanto fatto per unificare il CCL dell’unico contratto collettivo portuale. E, non ultimo per importanza, ha evidenziato lo spinoso tema delle concessioni ed i meccanismi della loro proroga che a tutt’oggi non sono normati dal punto di vista nazionale.
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Secondo Luigi Merlo, direttore delle Relazioni Istituzionali di MSC “Un elemento di debolezza che c’è ancora nella Riforma è rappresentato dallo svilimento del coordinamento nazionale, forse causato dall’esito del referendum di dicembre, che oggi riscontriamo ad esempio nella difficoltà di nominare un presidente a Gioia Tauro – unico vero porto di transhipment italiano – per il rifiuto della Regione Sicilia a che Messina entri nell’AdSP dello Stretto”. Si è parlato molto nel corso di tutto il forum dell’assenza di politica europea e Merlo ha evidenziato questo problema a proposito della Via della Seta ricordando che la Cina sta trattando con la Ue un finanziamento per un miliardo di euro per costruire la nuova ferrovia Koper Divaccia a servizio del (suo) porto del Pireo cercando così di realizzare una propria rete infrastrutturale in territori stranieri. Il progetto cinese non sembra tanto puntare a un processo di miglioramento e semplificazione della circolazione delle merci quanto a creare una sua sovranità all’interno di altri paesi. Un concetto “unico” che l’Europa non contrasta e l’Italia è costretta a subire – ha detto il manager – che ha poi concluso chiedendo l’attenzione sulla prossima scadenza del 17 ottobre riguardo a un decreto del ministero che a seguito di una direttiva del Parlamento europeo del 2014 impone agli stati membri di definire la governance del proprio spazio marittimo, “E’ un tema di estrema importanza – ha detto Merlo – che riguarda gli impianti di produzione di energia, itticultura, pesca, politica ambientale e marittima. Ogni Paese dovrà pianificare il proprio spazio marittimo entro il 2021. Tutti gli elementi di programmazione, come quelli portuali, saranno coordinati da uno strumento superiore, anche con riguardo al trasporto marittimo; e a tutt’oggi non sappiamo chi governerà questo processo, perciò è necessario che venga istituito il Ministero del Mare”.
Ad emergere infine è stato il problema dell’associazionismo che da più voci nella due giorni era stato ventilato. Becce, ricordando l’uscita di Assiterminal da Confindustria – causata dalla mancanza di unificazione fra i settori logistica e manifattura ritenuti invece complementari – ha annunciato la volontà di un confronto con Confcommercio. “Vorremmo dare un contributo perché si esca da una frammentazione del mondo associativo che è incompatibile in una fase come questa che invece è e deve essere aggregante” ha detto il presidente dei terminalisti. Ed anche Merlo ha convenuto sull’esigenza di una rappresentanza di cluster per affrontare il mercato globale. Nella sessione finale del Forum il presidente Conftrasporto Paolo Uggè ha riproposto l’esigenza di un confronto con tutti, attraverso una Consulta che dia una direzione condivisa sul tema del trasporto come logica di sistema utile al Paese. Ed ha poi concluso: “Il momento dell’associazionismo è particolare e colgo l’occasione per dire che all’interno di Confcommercio si sta organizzando un polo di aggregazione delle diverse realtà dei trasporti e della logistica che potrebbe portare alla costituzione di una rappresentanza delle istanze dell’intero comparto. A questo fine le associazioni del settore marittimo stanno lavorando per rappresentare in maniera innovativa ed integrata l’interesse e le aspettative della filiera marittima portuale nazionale per giungere ad un confronto efficace con il governo, la comunità europea, le istituzioni nazionali e locali; con l’auspicio che altri soggetti possano condividere questo progetto”.
C.G.
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