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Transhipment: l’attualità della proposta Duci

Gian Enzo Duci

Riportiamo l’intervento di Duci fatto all’inizio del dibattito sulla Riforma Portuale rilevando come i temi trattati siano ancora attuali a distanza di mesi.

RAVENNA – Sono in corso profondi cambiamenti che nel Mediterraneo impongono scelte rapide ed efficaci per sfruttare le opportunità di una cooperazione internazionale sulla Via della seta, nella sua versione “One Belt, One Road initiative”. Lo ha sottolineato il presidente della Federazione Nazionale Agenti, Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi (Federagenti), Gian Enzo Duci, nel corso dell’assemblea della Federazione tenutasi di recente a Ravenna.

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Secondo Duci, queste scelte per l’Italia implicano, nel mercato dei container, l’individuazione di un solo porto dedicato al traffico di transhipment. I porti italiani di destinazione finale – ha rilevato – hanno avuto performance in questi anni superiori al Pil del paese, mentre per quelli di transhipment – ha chiarito – si pone probabilmente il problema di selezionarne uno solo e sperare concretamente sulla ripresa del mercato e della velocità di esercizio delle navi.

Per il mercato delle navi che trasportano carichi liquidi viene auspicata invece la definizione di una strategia che risponda alle trasformazioni di un mercato che ha visto in questi anni lo spostamento delle attività di raffinazione direttamente nei paesi produttori.

Relativamente alla riforma portuale, Duci ha confermato il suo risoluto sostegno all’operato del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio. Nel sottolineare lo sforzo e l’attenzione del ministro e del suo staff alle tematiche del settore marittimo e portuale, il presidente di Federagenti ha paventato i pericoli connessi con un futuro cambio di governo focalizzando l’attenzione sulla necessità urgente di potenziare la struttura del ministero con la creazione di una Direzione porti e logistica.

Nel corso dell’assemblea, inoltre, Duci ha avanzato la proposta di candidare il Corpo delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera al premio Nobel per la pace, proposta che il presidente di Federagenti ha consegnato nelle mani dello stesso ministro Delrio affinché si faccia carico di presentarla al comitato norvegese di selezione delle candidature. Federagenti ha evidenziato che il ruolo e l’attività degli uomini e delle donne della Guardia Costiera italiana nell’opera quotidiana di salvataggio e di soccorso ai migranti in Mediterraneo rappresentano motivo di orgoglio non solo per l’Italia, ma per il mondo intero.

Duci ha sottolineato che, nel momento in cui si parla di riaffidare al Corpo delle Capitanerie di Porto l’intero coordinamento delle operazioni di salvataggio in Mediterraneo (i loro mezzi sono costretti a pattugliare e intervenire in un’area di 1,2 milioni di chilometri quadrati), e tutti i paesi europei riconoscono ai 13.000 uomini della Guardia Costiera italiana specialmente uno spirito di sacrificio e professionalità unici, la candidatura al Nobel 2018 dovrebbe essere quasi un atto dovuto.

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Pubblicato il
7 Ottobre 2017

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