Bacini in società di gestione?
Dal dottor Ruffini, già segretario generale della prima autorità portuale livornese, questa interessante analisi dei temi più urgenti sul tappeto dello scalo labronico.
LIVORNO – In questo caldo cuore d’estate, con poco libeccio e molta afa, due sono le notizie che hanno maggiormente interessato gli operatori livornesi.
La prima notizia riguarda il Progetto-bis della nuova Darsena Europa.
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Sotto l’impulso del Governatore Enrico Rossi si è costituito infatti a Firenze in data 17 luglio 2017 il “Nucleo Operativo per l’attuazione delle varie fasi di progettazione e realizzazione della Darsena Europa” come previsto dall’art. 4 comma 1 dell’accordo di programma 01.04.2015” – Versione 5.
Il Nucleo Operativo è risultato composto, oltre che dal governatore Rossi e dal presidente dell’AdSP Corsini, dagli assessori regionali Ceccarelli e Grieco, nonché da rappresentanti delle Ferrovie, dai consiglieri regionali Marras, Mazzeo, Gazzetti, dal rappresentante della Regione nel Comitato di gestione dell’AdSP Bonadio, e – quantunque inizialmente non previsto – da rappresentanti del Ministero e del Comune.
Primo obbiettivo da raggiungere è la riprogettazione delle nuove opere, con la previsione (ottimistica?) di emanare il nuovo bando di gara – in sostituzione del precedente da annullarsi – prima delle ferie. E’ prevista una riduzione di costi, principalmente per il diverso importo delle operazioni di dragaggio, rispetto alle previsioni contenute nel doc. Invitalia – pag. 40 allegato all’“Accordo di programma 20.10.2016 – Progetto di riconversione e riqualificazione industriale per l’area di crisi industriale complessa del polo produttivo ricompreso nel territorio dei comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo” c.d. PRRI.
La ripartizione degli oneri finanziari era in allora così prevista: Presidenza del Consiglio 50 mil., Regione Toscana 200 mil., A.P. Livorno 289,77 mil. – per il complessivo importo di euro 489,77.
Nell’accordo di Firenze vengono previsti inoltre il completamento e quando possibile l’accelerazione delle opere relative agli attuali assetti infrastrutturali, da considerarsi anticipatori e complementari alla Darsena Europa (microtunnel Marzocco-Magnale per le tubazioni ENI, dragaggi, opere di difesa della Foce dello Scolmatore, realizzazione del nuovo sistema di Porte Vinciane).
La seconda notizia riguarda l’avvenuto incontro del 27 luglio presso il MISE in cui si è di nuovo discusso delle problematiche relative all’area di crisi di cui al PRRI, c in particolare per quanto riguarda i collegamenti stradali e ferroviari, e l’istituzione di una Zona Franca Doganale da realizzarsi nel territorio del Comune di Collesalvetti, su un’area di mq. 51.127 di proprietà dell’Interporto Toscano A.Vespucci. Nella premessa che il Porto di Livorno, fulcro della piattaforma logistica costiera, è inserito nell’elenco dei Porti ”Core” delle reti transeuropee di trasporto – NET, e che la proposta Zona Franca costituirebbe uno dei nodi strategici del terminale meridionale del Corridoio Baltico-Adriatico (vds. pag. 44 doc. Invitalia citato).
Nulla o quasi è stato invece deciso sul problema dei bacini di carenaggio, se non un generico impegno da parte del Governo a considerare la questione.
Si continua in tal modo con il tentativo di dare attuazione al vecchio infelice bando del 2015, ricercando improbabili soluzioni per l’allontanamento/demolizione del relitto della M/N. Urania dal bacino Mediterraneo, con ulteriori dilatazioni di tempi, e presumibili nuove difficoltà di percorsi, ignorando – nei fatti – uno dei più gravi problemi economici ed occupazionali dell’area di crisi considerata.
Facendo seguito a precedenti, inascoltate prospettazioni (applicazione della procedura di cui all’art. 11 L.241/990, riassunzione delle competenze della STU Porta a Mare, nomina di un Commissario ad Acta), potrebbe ora considerarsi l’opportunità di una diversa impostazione della questione, abbandonando una visione puramente amministrativa e ricorrendo ad una soluzione più specificamente operativa e manageriale.
In altri termini, costituendo – ad iniziativa dell’AdSP – una società di scopo, ponendo i necessari correttivi agli esempi in passato praticati (la Soc. srl Ente Bacini a Genova, Napoli, Palermo, e perché no anche a Livorno per le società costituitesi per la trasformazione dell’ex AMM e per il porto passeggeri).
Ai fini della compilazione dello statuto, e dell’aggregazione dei Soci (compresi i Fondi di investimento) potrebbe trarsi qualche ispirazione dal Regolamento approvato con Ordinanza n° 17 del 24.07.2006 del Commissario dell’AP ammiraglio Salvatore Giuffrè, purtroppo non più applicato.
“Una Società di diritto privato, costituita con il sostegno di Regione e Camera di Commercio, ma sottratta all’ingerenza UE e al groviglio di leggi e leggine, accordi e accordicchi propri del settore pubblico, con azionariato diffuso, esteso ai riparatori e all’armamento di navi (da crociera e non) ma anche al sistema bancario e ai fondi di investimento – non solo sarebbe in grado di ristrutturare e riorganizzare il compendio privato-demaniale dei bacini, con superamento dei contrasti con il Cantiere Benetti e risolvendo la gravissima crisi economico-occupazionale nel settore della navalmeccanica livornese, regimandone i rapporti, ma potrebbe estendere la propria attività al risanamento delle aree degradate e del fatiscente edificio ex Fanalisti posti in fregio al Molo Mediceo.
Per quanto riguarda il piccolo bacino in muratura in Darsena Nuova, magnifico esempio di architettura industriale dell’800, chi non vedrebbe con favore il suo adattamento a polo museale, con immissione permanente di una delle navi che la Marina Militare si appresta a demolire per vetustà?
La realizzazione di tale progetto consentirebbe anche l’integrazione nel sistema della Fortezza Vecchia, ora profanata anche con estemporanee manifestazioni ludiche, nonché delle altre vestigia storiche del quartiere della Venezia (Piazza e Chiese del Luogo Pio, Piaggione dei Grani, Bottini dell’olio, palazzi e residenze, circuito dei Fossi), con inserimento degli altri più recenti apporti di valore museale ora negletti (M/V. Bruno Gregoretti, navicello e altri reperti restaurati nell’ex magazzino Fs del piazzale del Portuale).
Sarebbe un formidabile motivo di attrattiva turistica, non solo per la visione di chi scendesse dalla via Grande verso il Porto Mediceo attraverso il Ponte dei Francesi, ma per l’intera Città, purtroppo frammentata da lontani e disgiunti siti di interesse.
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