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Traffici containers, svetta il Pacifico e l’Italia cala nella classifica del Pil

BRUXELLES – Non è proprio come cercare risposte dalla sfera di cristallo, ma la ricerca degli indicatori più attendibili per l’economia europea e dei paesi della UE continua a impegnare istituti economici e gli stessi Stati.[hidepost]
Due i “messaggi” di questi giorni sul tema. Il primo: l’export globale delle merci in containers nel 2016 è cresciuto nel mondo di 3,5 punti, con una punta per i traffici trans-pacifici (+5,4%) mentre per quelli tra Asia e Europa siamo quasi alla stagnazione (+1,1%). I dati vengono da “Container Trades Statistics”.
Il secondo: l’economia mondiale raddoppierà di dimensione entro il 2042 ma a trainarla saranno i paesi in via di sviluppo, mentre l’Italia, oggi al 12º posto come Pil, entro il 2050 finirà al 21º posto. Le economie avanzate avranno tassi di crescita molto modesti se non sapranno rinnovare le proprie strutture di governance economica e politica. I dati vengono da “PwC Economics” in una ricerca finalizzata a inquadrare le economie del 2050.
Secondo DP World infine, che gestisce come noto un’ottantina di terminal containers in tutto il mondo, i traffici mondiali sono stati incrementati nell’ultimo trimestre del 2016 in particolare dall’area Asia-Pacifico (conferma di quanto abbiamo riportato all’inizio di questo servizio) con incrementi del 9,9%, irraggiungibili nell’area europea.
Per quanto riguarda l’Italia, non siamo all’encefalogramma piatto ma quasi: in particolare i tempi di piena attuazione della riforma della portualità e l’applicazione del nuovo piano della logistica integrata del governo – entrambi elementi non perfetti, ma perfettibili e comunque urgenti – la dicono lunga sull’incapacità del Paese politico di seguire i tempi richiesti dal Paese economico. Urge dunque un’accelerata.[/hidepost]
Pubblicato il
11 Febbraio 2017
Ultima modifica
25 Febbraio 2017 - ora: 11:27

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