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Welfare e Gente di mare l’approfondimento al Propeller

Il tema trattato dagli esperti anche sul piano della tutela della salute – L’impegno della “Stella Maris”

Nella foto: (da sinistra) Vincenzo Di Marco, Maria Gloria Giani Pollastrini, Francesco Tedeschi e Federico Sgherri.

LIVORNO – Nel recente convegno del Propeller Club labronico si è analizzato il tema del welfare sia dal lato delle politiche delle aziende nei confronti dei loro collaboratori che da quelle, ancora più caratterizzate, dei Comitati costituiti nei porti per supportare la “gente di mare”.
Invitati dalla presidente del Club Maria Gloria Giani Pollastrini a relazionare sui suddetti aspetti il consulente del lavoro dottor Francesco Tedeschi, il vice presidente del Comitato Gente di Mare e presidente della Stella Maris di Livorno comandante Federico Sgherri ed il C.V. (CP) Vincenzo Di Marco, direttore marittimo della Toscana.
[hidepost]Se è vero che tali politiche aziendali nei confronti dei propri collaboratori arrivano in Italia negli anni ’50 con la grande “Olivetti”, da alcuni anni sono sempre più adottate anche da realtà più piccole per una serie di vantaggi che procurano ad ambedue le parti; da inizio 2016 hanno inoltre trovato ancora più spazio grazie ai maggiori sgravi fiscali e contributivi concessi nell’ultima legge di stabilità. Tedeschi è entrato nel dettaglio illustrando appunto gli aumentati vantaggi fiscali delle aziende che non sono più sottoposte al limite di detraibilità fiscale precedentemente fissato, le ricadute in termini di benessere dei dipendenti e l’aumento del potere d’acquisto. Il welfare si esplica nei vari ambiti ma quelli in cui si sceglie maggiormente di operare sono l’istruzione, la sanità e la previdenza complementare – ha detto il consulente – e certo non è di poco conto il fatto che se l’azienda decide di concedere premi al suo collaboratore il costo di questi non subirà gli aggravi del passato. Quindi: apprezzatissimo l’azzeramento del cuneo fiscale per l’azienda, ma è importante ricordare al lavoratore che tali benefits, riportati nella sua busta paga, non potranno essere detraibili come se fossero da lui stesso liberamente scelti e pagati. Altrettanto da sottolineare è che il lavoratore il cui contratto prevede la possibilità di avere premi in denaro, ad esempio per raggiungimento di obbiettivi prefissati, potrà liberamente decidere se trasformarli in welfare o meno.

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Riguardo invece alla Gente di Mare il comandante Sgherri ha iniziato la sua relazione citando numeri che fanno riflettere: circa 10 milioni sono i marittimi che lavorano nel trasporto merci ed ai quali è dovuta riconoscenza perché rendono possibile lo scambio commerciale globale e la ricaduta di ricchezza sulla società. Ma le loro condizioni di lavoro sono molto dure per gli orari pesanti, i costanti rumori che sono costretti a subire sulle navi, la lontananza dagli affetti per molti mesi, le difficoltà date dalla diversità della lingua parlata in ogni porto con ciò che ne consegue ai fini del reperimento dei necessari servizi. Una situazione lavorativa faticosa e logorante che vede tra l’altro un ulteriore peggioramento nel suo futuro per la messa in servizio di navi sempre più veloci con soste di ristoro nei porti sempre più brevi. Per far fronte a questi problemi furono creati già nel 2004 i primi servizi sociali con l’onlus Stella Maris e dal 2005 anche a Livorno venne istituito un centro di accoglienza con un minimo di servizi welfare; grazie all’ammiraglio Raimondo Pollastrini successivamente nacque uno strutturato centro di assistenza ai marittimi che nel nostro porto, da dati dell’Apostolato del Mare, sommano al numero di 650mila. Nel 2008 Pollastrini volle inoltre fortemente la costituzione del Comitato Territoriale Welfare nel porto labronico e grazie a questa struttura, ai finanziamenti delle istituzioni, enti, e privati che ne fanno parte, ed al lavoro del suo braccio operativo Stella Maris, vengono assicurate visite a bordo nave da parte dei volontari per fornire ai marittimi informazioni ed assistenza come ricariche telefoniche per chiamare i congiunti, consulenza per problematiche lavorative, trasporto gratuito da/per il porto alla città e, naturalmente, anche accoglienza nel centro stesso dove si trovano postazioni internet, sala tv, minishop, rassegna stampa di news nelle diverse lingue ed anche una cappella per chi sente l’esigenza di ritirarsi in preghiera. Nello scorso anno il centro livornese di assistenza ha accolto oltre 2000 marittimi delle più diverse nazionalità, con maggioranza di filippini, indiani ed est europei.

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Nelle conclusioni portate dal direttore marittimo Di Marco, dopo il ricordo dell’ammiraglio Pollastrini, primo presidente di Comitato Territoriale Welfare e promotore di questa importante iniziativa in tutti i porti italiani, vi è stata l’attenzione al buon lavoro svolto dai Comitati stessi in grado – solo per citare casi di emergenza come gli abbandoni di navi nei porti da parte degli armatori per fallimenti o altre ragioni – di supportare i marittimi e le loro famiglie per lunghissimi periodi. “La Capitaneria ha sempre tutelato il marittimo ma non è l’organo specificatamente preposto a questo; perciò il welfare fornito dai Comitati Territoriali è una maniera di pensare e di tutelare – ha detto Di Marco – che rappresenta una crescita del porto, economica ma soprattutto culturale e solidale e – ha concluso – aiuta a rendere sempre più forte l’indissolubile legame tra porto e città”.
Cinzia Garofoli

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Pubblicato il
26 Novembre 2016

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