Nippon Yusen, perdita record e le grandi compagnie tremano
Il collasso di Hanjin è solo la punta di diamante di una generalizzata difficoltà – La ristrutturazione del debito di Zim e le ripercussioni sul canale di Suez
TOKYO – La più importante compagnia di navigazione del Giappone, la Nippon Yusen KK, ha ammesso una perdita record di un bilione di dollari Usa nel suo Q2 per il 2016, secondo quanto ha riferito Bloomberg nei giorni scorsi. Il rapporto riflette la perdita di valore degli assets dello shipping causato dall’eccesso di offerta nel comparto dei contenitori a fronte del calo del commercio mondiale, con conseguente caduta dei noli.
[hidepost]I dividendi della Nippon Yusen sono calati più del 30% durante l’anno in corso, sempre secondo Bloomberg, anche se all’inizio di ottobre erano risaliti del 4,6%. Il portavoce della compagnia Kouichi Kitamura ha dichiarato a Bloomberg che “il recupero sta diventando più lento del previsto, così è stato deciso di registrare la perdita”.
L’annuncio della compagnia giapponese è l’ultimo tra i tanti segnali di difficoltà dell’industria mondiale dello shipping, dopo che Zim ha annunciato di aver ristrutturato il proprio debito e dopo il collasso di Hanjin alla fine di agosto, con conseguenze che ancora sono in corso per decine delle sue navi e per i caricatori che hanno contenitori di fatto non ancora recuperati al completo.
Un po’ tutte le compagnie del comparto containers – ma non solo – stanno affannosamente mettendo in atto contromisure, che vanno dall’aumento dei noli – peraltro rischioso se non diventa generalizzato – alla revisione degli accordi di slot charter, fino al fermo cautelare di alcune delle navi. I riflessi della crisi hanno avuto ripercussioni anche sui transiti del canale di Suez, che ha visto ridurre le proprie entrate in modo deciso visto che la crisi riguarda in particolare proprio i traffici tra l’Europa e il Far East.
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