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La Riforma secondo Gionfriddo

Il dibattito sulla Riforma portuale si allarga all’intervento di un altro “storico” esperto, l’avvocato Giorgio Gionfriddo già segretario generale dell’A.P. livornese. Eccone il testo.

Gentile direttore, ho letto con attenzione il qualificato intervento del dottor Ruffini con riguardo alla riforma, da molto tempo attesa, dell’ordinamento portuale ed ora entrata in dirittura di arrivo con l’approvazione del testo, come noto, esaminato dal Consiglio dei Ministri il 28 luglio scorso.
[hidepost]L’argomento è stimolante, avendo vissuto nella prima parte del mio percorso lavorativo l’esperienza delle vecchie Aziende dei Mezzi Meccanici e successivamente la stagione ultraventennale delle Autorità Portuali di cui alla legge 84/1994.
Le interessanti osservazioni del dottor Ruffini mi inducono a pensare a qualche breve nota aggiuntiva.
Alla lettura del testo approvato che circola nei vari siti, debbo dire che mi ha suscitato qualche perplessità il fatto che per una riforma così importante che ridisegna ab origine competenze, strutture, organi, territorialità degli enti di gestione portuale, sul piano della tecnica redazionale legislativa non si sia trovato di meglio che fare una operazione di innesto della nuova disciplina sul tronco e l’apparato radicale del testo della precedente legge 28.01.1994 n. 84, istitutiva della autorità portuali. Si sono cioè introdotte modifiche, integrazioni, soppressioni, sostituzioni ed abrogazioni di singole disposizioni della L. 84 che, da un lato non facilitano la lettura e, quindi, la comprensione e la portata della nuova innovativa disciplina; e d’altro canto, viene data sensazione, spero errata, di una frettolosità di confezione del testo che mal si concilia con l’importanza delle scelte operate di lunga prospettiva.
Vi sarà tempo e disponibilità per riletture sulla materia, perché ho trovato che vi sono spunti e rilievi interessati. In questa sede preliminare, e per forza di cose con ogni riserva di necessari approfondimenti, mi sembra utile sottolineare, fra i molti, alcuni ulteriori aspetti secondo me degni di nota.
Mi pare di preminente attenzione la complessiva riformulazione dell’impianto gestionale delle nuove Autorità di sistema portuale.
E’ da tempo noto e fuor di discussione l’intento governativo di dare centralità e snellezza alla nuova governance degli enti di gestione portuale.
Il presidente dell’AdSP, la cui nomina non più scaturisce da una pur complessa, in alcuni casi problematica, procedura che prendeva avvio da terne di nominativi indicate localmente, oggi discende da una pressoché diretta nomina del ministro delle Infrastrutture e dei trasporti “d’intesa con il presidente della Regione o regioni interessate”. Mi spiego meglio: nemmeno è stata prevista una potestà propositiva della Regione, quale ente portatore di interessi locali (sia pur allargati), peraltro con garanzia costituzionale. Ciò mi pare ancor più strano poiché la c.d. legge Madia (L. del 7.08.2015 n. 124, art. 8,1° co. lett. f) per la riorganizzazione della disciplina delle autorità portuali, con riguardo alla governance, prevede che si tenga conto del ruolo non solo delle regioni, ma anche degli enti locali. L’avviso di manifestazione di interesse alla candidatura emanato dal Capo di gabinetto del Ministero (scadente proprio domani) comprova, se ve ne fosse bisogno, siffatto intento verticistico di designazione, ricordando peraltro che il presidente di ciascuna autorità di sistema portuale può essere scelto, in un ventaglio abbastanza allargato, fra cittadini dei paesi membri dell’Unione Europea.
Tale nuovo presidente dell’AdSP, a parte sue importanti specifiche competenze istituzionali, governa il porto (meglio i porti) della circoscrizione territoriale, supportato da un ristretto Comitato di gestione, composto non da legali rappresentanti degli enti locali e organismi pubblici (cioè, come oggi avviene, il sindaco, comandante del porto, ecc.), ma da “componenti designati” dalle rispettive entità. Ciò avviene, come risaputo, con l’esclusione della partecipazione di rappresentanti delle categorie imprenditoriali e sociali operanti nel porto, relegate in un organismo consultivo (Tavolo di partenariato della risorsa mare) la cui portata deve ancora essere ben compresa. Ne esce, in breve, una figura di presidente notevolmente rafforzata sul piano pratico, anche con poteri (non solo di ordinaria, ma anche) di straordinaria amministrazione, con funzioni (da non trascurare) di “coordinamento delle attività svolte nel porto dalle pubbliche amministrazioni”. Da un altro punto di vista il presidente, maggiormente svincolato per nomina da indicazioni locali, rimane in maggior misura connesso a indicazioni centrali, tra l’altro anche attraverso la partecipazione al nuovo organismo del “Tavolo nazionale di coordinamento delle AdSP”, ove vengono armonizzate a livello nazionale le scelte strategiche, specie di grandi investimenti infrastrutturali e di pianificazione urbanistica, a cui ovviamente è d’obbligo attenersi. Da non trascurare è anche la prevista partecipazione del Presidente alle sedute del CIPE aventi ad oggetto decisioni strategiche per il sistema portuale di riferimento.
Significativa è, a questo riguardo, la modifica introdotta all’art. 12 della L. 84/1994, ove la rubrica “Vigilanza sull’autorità portuale” è sostituita da “Indirizzo e vigilanza sulle autorità di sistema portuali”: dato per assodato che le rubriche degli atti normativi, per consolidata interpretazione dottrinaria e giurisprudenziale formano parte integrante della norma, appare innegabile che si sia inteso in qualche modo confermare la potestà di incidenza del Ministero sull’azione dell’AdSP, al di là dei poteri di vigilanza che, come risaputo, inducono verifica limitatamente alla legittimità degli atti.
In tale quadro, sommariamente delineato, appare complessa la scelta che verrà avviata dopo la fatidica breve scadenza di domani domenica, considerando da un lato il breve termine, in pratica solo “agostano” concesso per le manifestazioni di interesse e d’altro canto i tempi ristretti auto-imposti dal governo per chiudere la partita della istituzione delle nuove Autorità di sistema (ma il ministro, purtroppo, non è impegnato anche in attuali problematiche di dare strutture ed abitazioni a popolazioni colpite da disastri sismici?).
La ringrazio, gentile direttore, per la attenzione che vorrà dare a queste brevi note su argomento importante non solo per chi si interessa di portualità, nella consapevolezza di non aver esaurito lo specifico argomento trattato e nella ulteriore che le nuove disposizioni introducono ulteriori e innovative tematiche che meritano calibrate riflessioni.
Giorgio Gionfriddo

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Pubblicato il
3 Settembre 2016

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