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L’on. Nencini e gli inviti platonici

Riccardo Nencini

LIVORNO – Una “tre giorni” dell’iniziativa Be!, ovvero Building Evolution, idee e soluzioni per abitare nel futuro in Fortezza Vecchia, nei suggestivi sotterranei trasformati in mostra dei materiali da costruzione. Organizzata da Ance Livorno, l’associazione dei costruttori edili livornesi, la rassegna ha visto anche un dibattito coordinato dal giornalista Mauro Zucchelli, con il presidente di Ance Claudio de Albertis, Stefano Frangerini presidente dei costruttori edili livornesi, Gabriele Gargiulo per l’Autorità portuale e il vice-ministro per le infrastrutture Riccardo Nencini.
Delle tante cose che si sono dette, val la pena citare un paio di “inviti” di Nencini: che pure, essendo toscano di Firenze, dovrebbe forse conoscere meglio nobiltà e miserie del territorio.
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Nella foto: il manifesto dell’Ance nel suggestivo ingresso dei sotterranei della Fortezza vecchia adibiti a mostra sui materiali da costruzione.

La prima è l’idea – di per sè tutt’altro che balzana – di una “federazione del mare” tra Livorno e Pisa, mettendo insieme le potenzialità del porto e dell’aeroporto. Bella idea, se non fosse che tra Autorità portuale e aeroporto Galilei da anni non c’è praticamente colloquio, ed entrambi rimproverano alla controparte di “snobbare le proprie esigenze”. Ne abbiamo parlato a lungo sia con Giuliano Gallanti, sia con Massimo Provinciali – porto – sia con Gina Giani – aeroporto – ma lo scarso feeling non cambia. Solo problemi caratteriali o l’idea di Nencini di una grande alleanza è una chimera economica? Ci piacerebbe avere qualche risposta, e non di facciata.
L’altro “invito” di Nencini riguarda la piattaforma Europa. Che a suo dire è un caso più che unico di investimenti pubblici (200 milioni della Regione, quasi 250 dell’Authority portuale, altri 50 dello Stato) ma che sconta tempi forse un po’ troppo lunghi, anche specialmente per le necessità che il territorio ha di creare lavoro. Ma come si concilia l’invito con i tempi della burocrazia statale? Nencini forse non sa – o non ricorda – che per approvare il bando di gara l’Autorità contro la corruzione ci ha messo quasi un anno, che i paletti per la gara stessa sono stati tanti e infine che le “regole” sono talmente complesse da aver richiesto – versione di Gabriele Gargiulo nel convegno – un rinvio dei termini di gara, “perché c’è molto interesse ma c’è anche incertezza di certe regole”. E guardacaso, anche l’altra gara livornese, quella per la Porto 2000, sta passando da un rinvio all’altro per la complessità delle regole e le incertezze correlate. Tutta colpa di chi non sa fare i bandi di gara in termini esaustivi? O dal governo – leggi nella fattispecie il ministero di Nencini – si predica bene, con inviti platonici destinati a rimanere solo parole, ma si razzola male su tempi e chiarezze delle regole?
Antonio Fulvi

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Pubblicato il
1 Giugno 2016

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