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Le imprese e l’economia toscana buon 2015, ma si teme una frenata

L’impegno della piccola e media impresa per sviluppare la produzione e i posti di lavoro – L’iniziativa femminile e la crescita degli stranieri – Via alla procedura per il nuovo consiglio

Sergio Costalli

LIVORNO – Non si esce dalla crisi nazionale, che è stata e rimane una delle più pesanti dell’ultimo quarto di secolo, senza le imprese. Ne si può promuovere lo sviluppo ed aumentare i posti di lavoro senza le imprese. Lo afferma l’analisi congiunturale della Camera di Commercio di Livorno sviluppata sull’ultimo trimestre dell’anno appena concluso dal Centrostudi, che porta come premessa un editoriale del presidente Sergio Costalli. Un editoriale di sostanza nel quale si sottolinea come sono state proprio le piccole imprese “e tra loro quelle innovative ed esportatrici molto più numerose di quanto si possa pensare, che hanno tenuto a galla il paese e sono però le più emarginate, non avendo visibilità mediatica e di conseguenza peso politico”. Costalli sottolinea anche la necessità che le piccole imprese acquistino una piena coscienza del loro valore anche politico e sociale.
[hidepost]Passando ai dati, la demografia d’impresa nella provincia di Livorno viene inquadrato in un contesto moderatamente positivo che a livello nazionale ha registrato un +0,2% di nuove iscrizioni con un saldo attivo di circa 20 mila imprese. Per la Toscana, scrive il rapporto, la crescita percentuale risulta ancora maggiore di quella nazionale, essendo pari a 0,4%. In questo quadro regionale la provincia di Livorno non se la cava male, con 32.856 sedi d’impresa registrate con una crescita tendenziale che è la più elevata tra tutte le province della regione, pari al +1%. In termini numerici significa che le imprese registrate sono aumentate nel terzo trimestre dell’anno di 319 unità. A Firenze, la provincia con il maggior numero in assoluto di imprese registrate, l’aumento percentuale si è fermato al +0,8%. Ancora più significativo è un grafico che dimostra come nella provincia di Livorno sia stato superato il pesante periodo di crisi che ha segnato gli anni successivi al 2010 e che il numero di imprese sia oggi superiore a quello di fine 2009. In forte aumento risultano le società di capitale (+4,3%) mentre subiscono una battuta d’arresto le società di persone (+1,6%) comunque sempre superiore alla media della Toscana (+0,9%). Secondo il commento all’analisi, crescono in particolare le Srl (società a responsabilità limitata) grazie anche alle nuove normative che ne facilitano la creazione e il percorso “giuridico”. Altro elemento positivo è quello che registra le imprese attive: nella provincia livornese sono aumentate di 88 unità (+0,3%) contro la media toscana (-0,1%). Per curiosità, i cali numerici più significativi nella regione riguardano nell’ordine Firenze, Siena e Grosseto. Modeste le cessazioni, che sono relativamente basse a Livorno in particolare per quelle di ufficio. Significativo anche che le imprese in provincia risultano di media più dinamiche di quelle nel capoluogo. Il settore di gran lunga più numeroso nella provincia di Livorno è quello del commercio (28,8%). Tra le variazioni tendenziali maggiori ci sono quelle del comparto assicurazioni e finanziarie (+3,4%) anche se in valori assoluti si tratta di poche centinaia di unità. Calano invece le attività manifatturiere (-0,4%).
La lunga e dettagliata analisi fornisce molti dati anche sulle tipologie del manifatturiero. Un elemento interessante, per concludere, è quello relativo alle imprese femminili, a quelle dei giovani e a quelle straniere. Le imprese femminili nella provincia di Livorno sono oltre il 25% contro la media nazionale del 22%. Decisamente più bassa la quotazione delle imprese dei giovani (9%) dovuta anche all’età media toscana più alta che in altre regioni. Le imprese straniere infine sono circa il 10%, valore più alto che nelle province vicine e in linea con quello nazionale.
A chiusura dell’analisi, qualche nuvola è annunciata per il 2016. Riferendosi alle previsioni di Excelsior, il sistema informativo di Unioncamere e del Ministero del lavoro, si ritiene che la ripresa del 2015 possa segnare nell’anno appena iniziato una battuta di arresto, o per lo meno un rallentamento, specie nel campo delle nuove assunzioni. La crisi dell’economia cinese potrebbe riflettersi in modo indiretto anche su quella europea e sull’economia italiana, ancora tra le più fragili.

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E’ stato pubblicato il 30 dicembre 2015 l’avviso pubblico riguardante l’avvio delle procedure per la costituzione del Consiglio della Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno.
L’avviso è rivolto alle organizzazioni imprenditoriali, alle associazioni dei consumatori e alle organizzazioni sindacali aventi titolo a presentare la documentazione per entrare a far parte del consiglio della nuova Camera di Commercio che riunirà un esteso territorio, quello delle due province di Livorno e di Grosseto.
Gli interessati hanno quaranta giorni di tempo per presentare le loro istanze secondo le istruzioni fornite dalla norma e che sono ampiamente illustrate in una apposita sezione dei due siti internet camerali (www.li.camcom.gov.it e www.gr.camcom.gov.it) insieme alla modulistica necessaria. Le istanze dovranno giungere alla CCIAA di Livorno o a quella di Grosseto entro le 12,30 di lunedì 8 febbraio 2016.
Dopo tale termine, verificata la correttezza della documentazione ricevuta, il commissario ad acta Pierluigi Giuntoli inoltrerà i dati al presidente della Giunta Regionale Toscana, che dovrà assegnare i 25 seggi disponibili in consiglio, ripartiti per attività economica, alle organizzazioni aventi titolo, sulla base della loro effettiva consistenza nei territori di riferimento. Tre ulteriori seggi saranno così assegnati: uno ai Consumatori, uno alle Organizzazioni sindacali ed uno ai liberi professionisti.
C’è da ricordare che fino alla nascita ufficiale del nuovo consiglio camerale (prevista a metà 2016) restano operanti gli organi già costituiti delle due CCIAA.
La volontà delle due Camere di accorparsi in un unico territorio è stata accertata dai rispettivi Consigli camerali a febbraio e da allora ha avuto inizio l’iter che ad agosto ha portato al decreto istitutivo della nuova Camera, firmato dal ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi.
Le due CCIAA hanno, come poche altre in Italia, precorso i tempi di una riforma che è tuttora in atto e che prevede la riduzione delle Camere di Commercio dalle attuali 104 a non più di 60. Si tratta di una sfida difficile, perché in campo vi sono i tagli sempre più consistenti alle risorse economiche di questi enti ed è in gioco soprattutto la rappresentatività del mondo delle imprese, affidata alle Camere di Commercio, unico ente pubblico che può dar voce agli operatori economici.
La Camera di Commercio della Maremma e del Tirreno sarà la circoscrizione territoriale più grande della Toscana e rappresenterà oltre 76.000 imprese operanti su un territorio che ha una superficie totale di 5716 kmq, 48 Comuni e 565.569 abitanti.
Sono suoi punti di forza il sistema portuale (porti di Livorno, Piombino e Portoferraio, i due porti di interesse regionale di Campo nell’Elba e Porto Santo Stefano, oltre a poco meno del 90% delle strutture portuali indirizzate alla nautica da diporto della Regione Toscana), l’economia del mare, una forte vocazione turistica, qualificate produzioni agricole, in particolare quella vitivinicola, e la propensione al dialogo transfrontaliero.
A.F.

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Pubblicato il
9 Gennaio 2016

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