Onorato è sceso in guerra sulle normative degli sgravi
Paventata la perdita di 15 mila posti di lavoro sulle unità di bandiera italiana – Le accuse alla confederazione degli armatori sull’imbarco di marittimi non comunitari sottopagati

Nella foto: (da sinistra) Alessandro, Vincenzo e Achille Onorato.
MILANO – L’annuncio è stato choccante, come capita non di rado con Vincenzo Onorato: con un comunicato ufficiale alla stampa, l’armatore cui fanno capo le compagnie di navigazione Moby, Tirrenia (Cin), Toremar e Rimorchiatori Sardi ha annunciato l’uscita da Confitarma (Cin già da tempo è fuori ed è iscritta a Federlinea). La spiegazione: “In meno di cinque anni – scrive Vincenzo Onorato – la politica della Confederazione Armatori porterà alla fine della bandiera italiana.
[hidepost]L’estensione degli sgravi previsti per la bandiera italiana anche alle bandiere comunitarie, senza alcuna limitazione in caso di imbarco di marittimi extracomunitari, porterà alla perdita di circa 15.000 posti di lavoro, in una realtà, come quella del mezzogiorno d’Italia, già fortemente penalizzata dal punto di vista economico e sociale.
“Di italiano resteranno solo le persone fisiche degli armatori che beneficeranno delle provvidenze dello stato italiano in materia di sgravi con bandiere estere e marittimi extracomunitari, ovvero il danno e la beffa!
“Noi Onorato, in questo contesto, siamo degli armatori eretici: 70 navi tutte bandiera italiana e 4.000 dipendenti tutti italiani. La Confitarma oggi non difende più niente di italiano, ma solo gli interessi di un paio di gruppi armatoriali che navigano con mille bandiere e con marittimi non comunitari, pagati con una manciata di dollari al mese.
“Non vogliamo partecipare a questo cosciente e cinico annullamento della bandiera e dell’occupazione marittima italiana. Già grandi gruppi italiani imbarcano marittimi extracomunitari sottopagati su tratte di cabotaggio.
“Noi ci dissociamo, difendiamo la nostra tradizione armatoriale che vanta oltre cento anni di storia e i nostri marittimi italiani”.
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Fatto il clamoroso annuncio, adesso si va agli atti. Che secondo lo statuto di Confitarma richiederanno alcuni tempi tecnici non brevissimi. Tempi nei quali sembra di capire che potrebbero esistere possibilità di recuperare il rapporto, se è vero che – come sostiene Confitarma nella sua nota di risposta che pubblichiamo in queste stesse pagine – la procedura condannata da Onorato è ancora in itinere e potrebbe ottenere qualche ammorbidimento per l’azione dei ministeri italiani.
Il tema aperto dalla clamorosa denuncia di Onorato, la “falla” sugli equipaggi che rischia di far perdere migliaia di posti di lavoro, si confronta – secondo Confitarma – con il tema della sopravvivenza del Registro internazionale Italiano, cui Confitarma ovviamente tiene molto. C’è spazio per soluzioni mediate, in tempi nei quali ogni settore dovrebbe fare il possibile per operare in modo unitario e convinto?
Anche perché alla fine il problema posto da Vincenzo Onorato non riguarda tanto l’accettazione o meno delle direttive Ue, quanto il “grimaldello” con il quale, attraverso le norme in fase di accettazione dall’Italia, gli armatori italiani e comunitari potrebbero ottenere gli stessi vantaggi fiscali assumendo extracomunitari sottopagati, che ovviamente toglierebbero il posto ai nostri marittimi.
Sorprende semmai che sul tema sollevato da Onorato non si siano ancora sentiti i sindacati dei marittimi. Prendono tempo per capire meglio o sono soltanto un po’ distratti?
A.F.
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