Sulla riforma provocazioni con la “greca”…
ROMA – Stai a vedere che con tutto il parlare che i genovesi fanno sul dopo-Merlo, i giochi finiranno per essere tutti (o quasi) romani?
[hidepost]Dalle nostre recenti interviste sul tema, è apparso evidente che i genovesi più esperti e con il giusto sale in zucca – leggi Duci, per esempio – sono abbastanza preoccupati. Perché Luigi Merlo è dimissionario, ma senza scadenza.
Perché i papabili da parte degli esperti ci sarebbero, ma non sanno bene che vuol fare la politica. E perché – prima di tutto – sembra che il “cerchio magico” tra Renzi e Delrio abbia deciso che alle scadenze si debba andare ai commissari, e di presidenti se ne parlerà dopo la riforma, con tutta calma.
E allora? Allora girano alcune provocazioni. La prima delle quali l’avevamo già raccolta qualche numero fa: ovvero la possibilità di utilizzare come commissario post-Merlo a Genova il prossimo mega-pensionato dalle Capitanerie di porto, ammiraglio ispettore capo Felicio Angrisano. Una greca d’altissimo bordo, insomma. Vero che Angrisano qualcuno lo vorrebbe anche per risolvere le tante grane di Napoli: ma a Genova l’attuale comandante delle Capitanerie c’è stato, ha fatto bene ed ha molte conoscenze. Per di più sembra che andrebbe assai bene anche a Delrio per due motivi. Il primo: risolverebbe la grana-Merlo con uno neutrale alla politica. Il secondo: come militare-commissario, il giorno che venisse varata la riforma e si dovesse passare ai presidenti potrebbe anche, se del caso, ritirarsi in buon ordine, o passare altrove.
Ho premesso che siamo, al momento, alla provocazione. Ma non è detto che sia così infondata, salvo un “caveat”. Il decreto Cottarelli, che ha tagliato le gambe a tanti ex manager ed ex alti funzionari, potrebbe impallinare anche Angrisano dopo il 1º novembre, quando cioè diventerà un Signor Pensionato: in quanto impedisce il suo utilizzo da parte dello Stato. Fatta la legge però, figurati se non si sono trovare le soluzioni. Per esempio, dicono che basterebbe nominare Agrisano come commissario di Genova prima del 1º novembre e il giochino sarebbe risolto.
Ammesso che sia così, dovrebbe però prestarsi per primo il dimissionario Merlo: dimettendosi davvero, nelle mani di Delrio, entro una decina di giorni, e comunque prima della fine di ottobre. Lo farebbe, lo farà? Visto che lavoriamo di fantasia – o di gossip, come preferite – si potrebbe ipotizzare di si, specie se Delrio volesse essergli grato. E in che modo? Non siamo certo noi a suggerirgli come. Basta ascoltare le tante vocine – alcune delle quali tutt’altro che flebili – nei corridoi del ministero. Si sussurra, per esempio, che il ministro abbia davvero bisogno di una illuminata e esperta consulenza in vista della grande stagione della riforma. Certo, un Luigi Merlo consulente di lusso di Delrio per la riforma potrebbe sembrare una sculacciatella a personaggi dei primari porti che con Merlo hanno avuto di che polemizzare (pensiamo a un Costa, a un Pasqualino Monti, ma non solo). Ma chissà che la cosa a Delrio non possa far gioco? E del resto, non si fa la frittata senza rompere le uova…
Antonio Fulvi
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