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Terminalisti Feport: trasparenza e tariffe

Un monito ai governi europei e alle Autorità portuali perché gli imprenditori non trovino una concorrenza sleale dalle AP

Gunther Bonz

GENOVA – Dal 9 al 12 giugno Genova è stata la capitale dei terminalisti europei. Feport, l’organizzazione europea che rappresenta gli interessi dei terminalisti e delle imprese di imbarco e sbarco operanti nei porti dell’Unione Europea, ha svolto a Genova le riunioni della propria assemblea generale.
I membri di Feport hanno discusso gli ultimi sviluppi della politica portuale dell’Unione, in parallelo ad alcuni punti strategici dell’industria del cargo handling.
La competizione tra porti ed entro i porti è stato un argomento ricorrente per alcuni degli stakeholders istituzionali durante gli ultimi anni.
[hidepost]A questo riguardo, gli operatori privati membri di Feport sottolineano il fatto che la facilità con cui le linee di navigazione possono cambiare i porti di destinazione delle loro navi dimostra chiaramente che la competizione tra porti è una realtà importante e impone sul settore dei terminal operators europei pesanti pressioni. La stessa Direzione Europea della Concorrenza (DG COMP) e la OECD hanno dimostrato in numerosi studi e rapporti come sussista anche una forte competizione tra terminals situati in differenti Stati dell’Unione.
Inoltre, appare come reale in diversi paesi Europei la competizione entro i porti. Si riscontrano almeno due fornitori di servizi portuali di movimentazione nella maggior parte dei porti europei, anche laddove i volumi di traffico non lo giustificano.
Per quanto riguarda gli investimenti nei porti europei, Feport desidera ricordare come da parecchi anni i terminalisti continuino a investire per adeguarsi alla domanda di servizio dei propri clienti, contribuendo quindi alla modernizzazione dei porti europei. I terminalisti sono anche coinvolti, e pronti ad esserlo ancora, in progetti di investimenti pubblico-privati nei porti e anche nelle loro connessioni con gli hinterland.
Nel corso degli ultimi 10 anni, i terminal operators hanno investito oltre 40 miliardi di euro in attrezzature e impianti portuali; rendendo così possibile l’utilizzo da parte dei caricatori, ricevitori e armatori di terminal efficienti e moderni.
Il programmato arrivo sul mercato di altre mega navi richiede un ulteriore potenziamento dei mezzi di handling e delle infrastrutture portuali e dell’hinterland. I membri di FEPORT sono pronti a continuare a investire a condizione che la programmazione dei vari progetti di sviluppo sia efficace e che siano chiare, eque e trasparenti e le condizioni contrattuali per l’utilizzo delle infrastrutture e le loro implementazioni e che gli investimenti siano recuperati.
La trasparenza è una priorità nei porti europei, anche laddove essa riguarda il sistema di tasse e tariffe. Stesse regole devono ad esempio essere applicabili alle Autorità Portuali, specie ove esse svolgano un’attività commerciale. Feport conta sulla vigilanza delle Istituzioni europee per essere sicuri che i fornitori di servizi privati non si trovino a fronteggiare una competizione ingiusta da parte di Autorità portuali pubbliche che vogliano svolgere attività commerciali.
Il settore della movimentazione portuale impiega in Europa oltre 220.000 lavoratori, cui è indirizzata una costante e continua formazione. Questa permette alla nostra industria di rimanere competitiva, dal momento che le risorse umane delle nostre aziende continuano a acquisire nuove capacità connesse allo sviluppo tecnologico degli impianti e macchinari. La formazione e l’addestramento continuo contribuiscono all’aumento della sicurezza nei terminal e dei loro lavoratori.
Il presidente Feport, Gunther Bonz, ha quindi dichiarato: “Nei prossimi mesi, i porti torneranno sull’agenda del Parlamento Europeo e, in particolare, di quella della commissione Trasporti, chiamata a dare il proprio parere sulla proposta di regolamento dei servizi portuali. Noi speriamo che nelle prossime discussioni previste dalla procedura legislativa, ci venga data l’opportunità di superare alcuni persistenti clichés e ipotesi non veritiere indirizzate ai porti europei”.
“I porti vedono l’importante presenza di una serie di stakeholders che giocano un ruolo vitale in questi accessi chiave ai mercati europei. Le Autorità Portuali non sono i soli players nei porti. Ci sono anche gli operatori portuali. Le nostre attività sono essenziali per i porti e permettono agli attori prima e dopo di noi di creare valore e lavoro”
Facendo riferimento alla concorrenza nei porti europei ed alla competitività nel settore del cargo handling, il presidente di Feport, Gunther Bonz ha detto: “I terminal operators privati europei competono già nel mercato globale. Essi fronteggiano già la forza della posizione di mercato delle Linee di navigazione, così come si sono costituite nei processi di alleanze nonché le pressioni sociali e ambientali da Enti regolatori, Organizzazioni Non Governative e cittadini che vivono vicino ai porti. In alcuni porti, la pressione sui terminalisti è particolarmente elevata, così come generata da due attese diverse: da una parte infatti siamo oggetto dell’opposizione delle città e ONG a nuove estensioni dei terminal e dall’altra, della domanda armatoriale per nuove banchine per servire navi sempre più grandi.
In ultimo, i terminalisti privati sopportano i costi di adeguamento delle proprie attività alle normative Europee che non si applicano a nostri concorrenti attivi fuori dalla stessa UE. Questo punto dovrebbe essere ben considerato dal legislatore UE.
Stiamo affrontando una grande sfida, il nostro messaggio principale è il seguente: siamo competitivi e agiamo per restarlo. Speriamo di avere il supporto delle istituzioni UE per raggiungere questo nostro obiettivo”.

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Pubblicato il
17 Giugno 2015

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